COPPA, PESARO, BOTTEGA DI GIROLAMO LANFRANCO DALLE GABICCE (?), 1540 CIRCA
in maiolica dipinta a policromia in blu, giallo, arancio, verde e nero; alt. cm 4,6, diam. cm 25, diam. piede cm 12,2
A SHALLOW BOWL, WORKSHOP OF GIROLAMO LANFRANCO DALLE GABICCE (?), CIRCA 1540
La coppa ha cavetto concavo con tesa alta terminante in un orlo arrotondato e poggia su alto piede rifinito a stecca. La decorazione interessa tutta la superficie della coppa e mostra un paesaggio montuoso con architetture dal tetto cuspidato e grandi edifici con cupole e alberi dai tronchi contorti. Al centro della scena, in basso, due figure che sembrano discutere sulla sinistra e altre due sedute intente a suonare sulla destra. Probabilmente si tratta degli stessi soggetti raffigurati in due diversi momenti: prima la sfida a chi suona meglio e poi il momento della contesa: forse la sfida tra Apollo e Marsia narrata da Ovidio.
La coppa in esame per modalità stilistica e decorativa ci pare attribuibile ad ambiente pesarese della prima metà del secolo XVI, e probabilmente alla bottega di Lanfranco dalle Gabicce, come conferma il confronto con una coppa dalla foggia più aperta raffigurante la dea Latona che muta i Villani in rane del Museo di Pesaro (inv. 4159) (G. Biscontini Ugolini, Di alcuni piatti pesaresi della Bottega di Lanfranco delle Gabicce, in "Faenza", 2/1978, tav. XIV), o con quella
con Natività e pastori da collezione privata, che mostra analoghe caratteristiche fisiognomiche nei volti dei personaggi, con bocche serrate leggermente sorridenti, volti allungati, e corpi con muscoli allungati, oltre a case e architetture sullo sfondo, però con uno scorcio paesaggistico limitato, datata 1543 ed attribuita a Girolamo Lanfranco dalle Gabicce (G. Bojani, Fatti di ceramica nelle marche dal Trecento al Novecento, Macerata 1997, p. 79 n. 52). Tuttavia la somiglianza più marcata si ritrova con un piatto recentemente pubblicato raffigurante il mito di Atteone, attribuito ad ambiente urbinate, probabilmente Pesaro, e che ci pare condividere lo stile nel redigere le figure e la maniera di descrivere i paesaggi e gli elementi architettonici degli stessi (T. Wilson, The Golden Age of Italian Maiolica Painting. Catalogue of a private collection, Torino 2018, n. 131).