Importanti maioliche rinascimentali

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COPPA UMBONATA E BACCELLATA, GUBBIO, POST 1530

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COPPA UMBONATA E BACCELLATA, GUBBIO, POST 1530

in maiolica decorata in blu di cobalto, con lustri rosso e oro; alt. cm 4,2, diam. cm 18, diam. piede cm 9,8

 

AN UMBONATE BOWL WITH SPIRAL GADROONS, GUBBIO, POST 1530

 

 

La coppa apoda, con base concava, ha il corpo realizzato a stampo e presenta un decoro a rilievo che corre lungo il bordo, alternando baccellature a goccia disposte obliquamente accompagnate da elementi minori, quali fioretti tripetali alternati a boccioli tondeggianti. Il motivo è dipinto con lustro dorato sottolineato da larghe pennellate blu a formare una sorta di contorno. Sul retro si osservano larghe pennellate concentriche in lustro rosso. Al centro dell’umbone, incorniciato da una sottile fascia rilevata e dipinta in rosso, due mani si stringono sotto una corona e sopra un fuoco ardente, secondo la tipica raffigurazione del “patto di amore”. Il decoro centrale è anch’esso realizzato a stampo in rilievo.

Questa coppa appartiene ad una serie caratteristica, ove la preziosità del manufatto non era data tanto dallo stile pittorico quanto dalla tecnica del lustro e dalla realizzazione morfologica dell’oggetto. Per la forma della coppa, ma con un’altra raffigurazione al centro, si veda quanto indicato da Timothy Wilson nel pubblicare una coppa analoga conservata a New York (T. Wilson, Maiolica. Italian Renaissance Ceramics. In the Metropolitan Museum of Art New York, 2016, p. 236 n. 80).

Ampia la diffusione di queste coppe in maiolica decorata a rilievo per tutto il Cinquecento, ma gli esemplari datati si attestano prevalentemente attorno agli anni Trenta (T. Wilson, E.P. Sani, Le maioliche rinascimentali nelle collezioni della Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia, I, Perugia 2006, p. 184), anche se è nota una coppa con l’insegna di Giulio II papa del primo decennio del secolo (1503-1513) (VAM inv. C.2197-1910) e di una coppa con le insegne di papa Paolo III (1534-1549). La produzione di questi oggetti fu probabilmente estesa, data la richiesta di vasellame a imitazione del metallo e il successo dei lustri di Gubbio prima e di Deruta poi. Si vedano in merito i numerosi esempi presenti nelle collezioni francesi (J. Giacomotti, Catalogue des majoliques des musées nationaux, Parigi 1974, pp. 208-227), decorati al centro da vari tipi di raffigurazioni: santi, putti, raffigurazioni simboliche. Il decoro centrale tipico dei piatti “amatori” raffigura invece il motivo della Fede: simboleggia cioè il patto d’amore o la promessa tra i fidanzati, frequente anche nella maiolica faentina del ’500. Tali piatti erano donati alla persona amata e costituivano talvolta un dono di fidanzamento.

Un confronto pertinente soprattutto per il decoro centrale ci viene da una coppa datata 1537, che ci fornisce un aggancio temporale piuttosto indicativo (E. Sannipoli, La via della ceramica tra Umbria e Marche: maioliche rinascimentali da collezioni, Gubbio 2010, p. 162 n. 2.27), ma anche dalla coppa dell’Ashmolean di Oxford, sempre con motivo della Fides, databile tra il 1525 e il 1540 (T. Wilson, Italian Maiolica and Europe, Medieval, Renaissance, and later Italian Pottery in the Ashmolean Museum, Oxford 2017, p. 256 n. 114) oppure dal piatto con “Baldassina”, che condivide con il nostro lo stampo della tesa, Victoria And Albert Museum (VAM inv. 8932-1863).