Scuola fiorentina, sec. XVII
ERCOLE, NESSO E DEIANIRA
SATIRI E NINFE DANZANTI
due dipinti, olio su alberese, cm 30,5x41,5; cm 28,5x41,5
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Florentine school, 17th century
HERCULES, NESSUS AND DEIANIRA
DANCING SATYRS AND NYMPHS
oil on alberese, a pair, cm 30,5x41,5
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Bibliografia di riferimento
Pietra dipinta Tesori nascosti del '500 e del '600 da una collezione privata milanese, catalogo a cura di M. Bona Castellotti, (Milano, Palazzo Reale, 22 novembre 2000 - 25 febbraio 2001), Milano 2000; S. Bellesi, Stefano della Bella. Otto dipinti su pietra paesina, Firenze 1998
Lo sviluppo della pittura su pietra paesina fu particolarmente fervido a Firenze e in Toscana tra il XVI e il XVII secolo; fu molto utilizzata già nel 1588 dal mediceo Opificio delle Pietre Dure per intarsi di mobili, stipi, oggetti di arredo, decorazioni di ambienti e produzione di suppellettili. Le opere dipinte su albarese finora certe e documentate di cui si è potuto acclarare l'autografia sono tutte eseguite da artisti che hanno lavorato a Firenze; tra queste possiamo citare due dipinti di Antonio Tempesta (1555-1630) oggi in una collezione privata milanese raffiguranti il Ratto di Europa e Cristo cammina sulle acque. Altri esempi significativi sono conservati all'Opificio delle Pietre Dure di Firenze come Dante e Virgilio sulla discesa all'inferno di Jacopo Ligozzi (1547-1627) e Ruggero libera Angelica dall'orca di Filippo Napoletano (1589-1629). La peculiarità di questa pietra è caratterizzata dalle sue venature e tagli irregolari che spesso, come nel caso dei dipinti che qui proponiamo, definiscono autonomamente il paesaggio circostante; l'artista si limita in certi casi all'esecuzione dei personaggi o di altri elementi decorativi giocando con la struttura della pietra che ne scandisce la spazialità così da creare scorci fantastici e sognanti.