Sculture e oggetti d'arte

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Scuola toscana, seconda metà secolo XV

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Scuola toscana, seconda metà secolo XV
IMAGO PIETATIS 
pietra forte, cm 53x97,5x12

Tuscan school, second half 15th century
IMAGO PIETATIS
pietra forte, cm 53x97,5x12 

La figura del Cristo con le braccia incrociate, estrapolato da qualsiasi contesto narrativo, è posto al centro di una lunetta decorata a conchiglia, come se si ergesse dal sepolcro. Le palpebre sono abbassate e la bocca socchiusa in una espressione di serena accettazione della morte. 
L’opera può essere avvicinata alla produzione di Isaia da Pisa, scultore principe a Roma prima dell’avvento dei maestri moderni toscani come Mino da Fiesole e i Rossellino, o adriatici come Giovanni Dalmata.
I confronti più stringenti si stabiliscono con la lunetta del tabernacolo del corpo di Sant’Andrea nell’antica basilica di San Pietro a Roma, ora conservata nelle Grotte Vaticane. Analoga è la conformazione del volto con gli zigomi prominenti, gli occhi allungati e la capigliatura che si dispone simmetricamente ai lati in ciocche che ordinatamente si attorcigliano in grossi boccoli. 
Fornisce poi ulteriore idea dell’originaria funzione del bassorilievo qui presentato, la lunetta con il Cristo in pietà e angeli che corona il tabernacolo originariamente collocato sull’altare maggiore della chiesa della Trinità di Viterbo e oggi nel Museo civico della stessa città.
La datazione di entrambi gli esempi citati, i primi anni del settimo decennio del XV secolo, è utile per collocare anche la nostra Imago Pietatis.