Arte Moderna e Contemporanea

69

CARLA ACCARDI

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CARLA ACCARDI

(Trapani 1924 - Roma 2014)                                                          

Due punti arancio

2010                                                         

acrilico su tela

cm 50x60

al retro firmato, titolato e datato

al retro dedicato ad personam

 

Two orange dots

acrylic on canvas

2010

cm 50x60

on the reverse signed, titled and dated

on the reverse dedicated ad personam

 

L'opera è accompagnata da autentica su fotografia, rilasciata dallo Studio Accardi, n.

33/10 arch. 291c

 

- Anche in Italia la pittura del segno e del gesto doveva trovare tosto degli adepti; una rivista giovanile (di cui uscirono alcuni numeri tra il ’58 e il ’60) si intitolò appunto “ Il Gesto”….Più coerenti rispetto all’impostazione segnica delle loro pitture furono alcuni artisti del gruppo romano, che si valsero piuttosto dell’elemento segnico che di quello gestuale e che in tal modo riuscirono a rimanere liberi da un inutile bagno nell’informale…Carla Accardi – una delle più coerenti manipolatrici di personali alfabeti…; -  Gillo Dorfles  Ultime Tendenze nell’arte d’oggi.

 

La pittura segnica è l’unica forma espressiva che Carla Accardi abbia pratico sino dagli esordi, quando nel 1947 entra a pieno diritto nel movimento Forma 1, insieme a Dorazio, Consagra, Perilli, Turcato e Sanfilippo, corrente pittorica che incentrava la propria arte sulla forma e sul segno. Un continuo e costante evolversi, un autismo che si ripete ma che è anche sempre diverso. Segno che raggiunge il suo apice negli anni ’60 e che l’artista porterà avanti fino alla fine utilizzando inizialmente le tempere, poi le vernici fluorescenti e colorate e successivamente gli olii, prima su tela poi su supporti plastici, per poi ritornare nuovamente alla tela.  Fu grazie alla critica di Michel Tapié, che la inserì anche tra i protagonisti della sua teorizzazione dell’art autre insieme a Burri, Capogrossi e Fontana, che la fama dell’artista si consolidò definitivamente.  La stessa artista  definiva il suo segno come parte dell’universo, non una semplice elaborazione dell’inconscio, ma un vero proprio linguaggio che dava vita alla sua inconfondibile espressione artistica.