MIMMO ROTELLA
(Catanzaro 1918 - Milano 2006)
Senza titolo
1961
decollage su cartoncino
cm 35x24
firmato in basso a destra
dedicato ad personam, a Maurillo Maendez Rotella, Roma 14.6.61
Untitled
1961
decollage on cardboard
cm 35x24
signed lower right
dedicated to personam, to Maurillo Maendez Rotella, Rome 14.6.61
Opera registrata presso la Fondazione Mimmo Rotella con il numero n.2155 DC 961/961
I Décollage: narrazione della realtà
Il mio atto di strappare i manifesti voleva dire alla gente: guardate che per le strade abbiamo dei magnifici musei. Il linguaggio più consono alla nostra epoca è quello pubblicitario. Mimmo Rotella
Se Marcel Duchamp ha chiuso nella categoria elitaria del readymade la potenzialità espressiva degli oggetti privi d’arte, con il décollage Mimmo Rotella ha riaperto invece, per noi tutti, la via della bellezza che già può accomunarci quando guardiamo ai muri, poiché un décollage sancisce che in tutti i manifesti è insita l’intera forza potenziale della pittura. A differenza degli altri décollagistes, Rotella non si limita a mutare un manifesto in pittura, ma piuttosto indica che un quadro è un principiante della comunicazione di massa. E’ anche merito delle esplorazioni di Mimmo Rotella, se oggi il talento di Oliviero Toscani può dimostrare, che la pratica stessa della pubblicità è uno dei più avanzati sistemi per finanziare e veicolare le nuove espressioni dell’arte e della vita.
Tommaso Trini -
Rotella iniziò a utilizzare la tecnica del décollage nel 1953, ne furono testimoni tra i primi i poeti Cesare Vivaldi e Emilio Villa che assistettero alla prima azione artistica in piazza Del Popolo a Roma, opere esposte per la prima volta nel 1954. I primi décollage sono pura astrazione che si evolvono nel tempo, divenendo sempre più narrazione e poema, con l’inclusione di parole e personaggi più o meno noti.