Scultore dell’Italia meridionale, cerchia di Nuzzo Barba
(Galatina 1455/1460 – post 1524)
SANTO FRANCESCANO
statua in pietra, cm 120x34x25
Southern Italy sculptor of the circle of Nuzzo Barba
(Galatina 1455/1460 – post 1524)
FRANCISCAN SAINT
stone statue, cm 120x34x25
Bibliografia
Centro Studi Piero della Francesca, Sculture antiche dal III al XV secolo, catalogo della mostra (Venezia, Scuola Grande di S. Teodoro – Milano, Abbazia S. Maria di Chiaravalle 1967), Milano 1967, n. IV
L’opera in esame, identificabile in un santo francescano per via dei consueti attributi iconografici, come il saio di iuta legato alla vita con la corda dal triplice nodo, il libro delle sacre scritture sorretto con la mano sinistra e il capo tonsurato, è in realtà un pastiche moderno risultante dall’assemblaggio su un corpo preesistente e acefalo di una testa iconograficamente contestuale ma più antica.
Il santo si contraddistingue per il risalto monumentale e per la cadenza colonnare della veste terminante in alto in un ampio, rigido colletto. Nonostante l’apparente arcaismo conferitogli dalla caduta colonnare del panneggio, dalla ieraticità dell’effigiato e dalla possanza delle braccia aderenti al corpo, l’opera sembrerebbe potersi ricondurre ad un momento molto avanzato del Quattrocento, in particolare ad un contesto prossimo a quello del pugliese Nuzzo Barba, artista attivo principalmente nel campo della scultura in pietra, come suggerirebbero i confronti con i santi francescani collocati nelle paraste del Mausoleo di Giulio Antonio Acquaviva e Caterina del Balzo Rosini a Conversano, con il san Francesco del Polittico di Noci e con la figura femminile raffigurante Caterina Del Balzo Orsini, collocata a pendant del consorte Giovanni Antonio Acquaviva nel medesimo edificio (C. Gelao, L'attività di Nuzzo Barba a Conversano e le influenze veneto-dalmate nella scultura pugliese del Rinascimento, in “Saggi e Memorie di storia dell'arte”, 16, 1988, pp. 7, 9-20, 193-209; C. Gelao, La scultura pugliese del Rinascimento. Aspetti e problematiche, in Scultura del Rinascimento in Puglia, a cura di C. Gelao, Bari 2004, pp. 11-24). A confermare il riferimento all’ambito di Nuzzo Barba e della scultura pugliese di tardo Quattrocento possiamo avanzare un accostamento della nostra scultura ad un Sant’Antonio in pietra custodito nella chiesa di san Francesco ad Andria, firmato nel 1510 da un misconosciuto maestro “Hyeronimus”, che si caratterizza per un analogo arcaismo e per il forte accento monumentale delle vesti dall’appiombo pesante e colonnare (C. Gelao, Op. cit., pp. 32-33).
G.G. - D.L.