Pierre-Auguste Renoir
(Limoges 1841 - Cagnes-sur-Mer 1919)
PAYSAGE DU MIDI
1905 circa
olio su tela
cm 13,2x33,6
sul retro: etichetta della O'Hana Gallery di Londra sul telaio, etichetta dello Studio Due Ci Arte Moderna di Roma, timbro non identificabile
PAYSAGE DU MIDI
circa 1905
oil on canvas
5 3/16 by 13 ¼ in
on the reverse: label of the O’Hana Gallery in London on the stretcher, label of the Studio Due Ci Arte Moderna in Rome, unidentified stamp
L'opera sarà inclusa nel Renoir Digital Catalogue Raisonne di prossima pubblicazione, a cura del Wildenstein Plattner Institute, Inc.
This work will be included in the forthcoming Renoir Digital Catalogue Raisonné, being prepared under the sponsorship of the Wildenstein Plattner Institute, Inc.
L'opera è corredata di attestato di libera circolazione.
An export license is available for this lot.
Provenienza
Paris, Ambroise Vollard, acquistato dall'artista prima del 1919
Paris, A. Amante, 1958
London, O’Hana Gallery, 1974
Sotheby Parke Bennet Inc, New York, 6 novembre 1981, lotto 315 (come Landscape with Houses at Essoyes, datato 1905 circa)
Sotheby Parke Bennet Inc, New York, 19 maggio 1983, lotto 301
Roma, Studio Due Ci Arte Moderna
Piccolo e piacevole paesaggio, di recente segnalato dal Wildenstein Plattner Institute di New York quale frammento superiore di un precedente dipinto di cui è nota anche la zona in basso a destra, il quadro è stato realizzato da Renoir verso il 1905, come indicato in occasione dell'esposizione alla O'Hana Gallery di Londra. La sua definitiva consacrazione al parigino Salon d’Automne, è da poco avvenuta: siamo nel 1904. L'anno precedente, nel noto volume The French Impressionists (1860-1900), Camille Mauclair scriveva: ≪non ci si riesce a spiegare perché un tale colorista non sia piaciuto a tutti, perché non abbia conosciuto il successo folgorante, lui che era voluttuoso, chiaro, felice, agile e sapiente senza pesantezza≫, doti che percepiamo anche in questa piccola tela. L'abilità nel cogliere dal vero il paesaggio nella sua vitalità e la luminosa fugacità di un attimo sembrano accentuati dal movimento delle chiome degli alberi che segue quello delle nuvole nel cielo terso e della vegetazione da cui è attorniata la costruzione in primo piano. La dimensione ridotta della tela non vincola la possibilità di cogliere la struttura della pennellata di Renoir, che in alcuni punti colora solo in parte il supporto lasciando incompleta la stesura del colore. Osservando la realizzazione del dipinto tornano in mente le considerazioni di Ardengo Soffici, scritte nel 1919 in Scoperte e massacri: ≪Appartenendo in una certa misura all'impressionismo, egli s'è appropriato di quella scuola di purezza dei toni e la libertà frugatrice del disegno; ma lungi dal farsene, come i suoi colleghi, una tirannia e una maniera, non si serve di codesti istrumenti che per arrivare a una maggiore intensità e armonia di rappresentazione≫. Niente "maestria di pennellata", quindi, né "linea spavalda e pomposa", ma semplicità e immediatezza. A inizio Novecento i rapporti con gli impressionisti erano molto deboli anche per problemi di salute che avevano limitato l'attività degli artisti della vecchia guardia. Renoir, in quegli anni, combatteva contro una forma molto aggressiva di artrite reumatoide che lo avrebbe limitato gravemente nell'uso delle mani. Proprio per cercare un sollievo dal dolore, Renoir, che continuava imperterrito a lavorare, si era trasferito a Cagnes-sur-Mer, a pochi chilometri da Nizza. Davanti ai suoi occhi, oltre al mare, colline di ulivi, dove è ambientata questa tela, come molte altre coeve, immerse nella natura. Nel dipinto tutto rimanda al sud e alla luce abbacinante del sole che illumina i toni caldi della vegetazione e la pietra chiara dell'abitazione. Il lavoro vanta la provenienza dalla collezione di Ambroise Vollard (1866-1939), il celebre mercante d'arte, attivo a Parigi dagli anni Novanta dell'Ottocento, noto per il suo legame con gli impressionisti di cui seppe cogliere precocemente le potenzialità di mercato. Infatti, a Cezanne organizza, nel 1895, la prima personale, mentre l'anno seguente otterrà l'esclusiva sulla produzione pittorica di Gauguin. L'incontro con Renoir risale al 1894 e nasce un'amicizia profonda e una lunga frequentazione che porta, poco dopo la scomparsa del pittore avvenuta nel 1919, alla pubblicazione da parte di Vollard di una biografia ricca di dettagli e di aneddoti in parte contestati da persone vicine all'artista, in quanto ritenuti non veritieri. All'amico, Renoir dedica diversi ritratti tra cui due di profilo. Mentre quello con il foulard rosso in testa è più smaliziato, nella versione della Courtald Gallery di Londra del 1908, il piu noto, il pittore vuole rendere omaggio alla serietà, al gusto fine e alla vasta cultura del mercante parigino cogliendolo seduto a un tavolo, intento a visionare con attenzione una statuetta di Aristide Maillol, in una posa che rimanda ai lavori cinquecenteschi, in particolare a quelli di Lorenzo Lotto. Nella biografia pubblicata nei Classici dell'Arte (1972), si ricordano varie visite di Vollard a Cagnes proprio nel 1905. A quell'epoca il mercante stava elaborando uno studio su Renoir che suscitava diversi interrogativi da sottoporre all'artista. Potrebbe essere questa la circostanza in cui Vollard entrò in possesso della tela.
A small and pleasing landscape recently reported by the Wildenstein Plattner Institute of New York to be a part of the top of an earlier painting of which we also have the bottom right area, the canvas was painted by Auguste Renoir and dated to circa 1905 on occasion of the exhibition at London’s O’Hana Gallery. Renoir had only recently been definitively consecrated by Paris’ Salon d’Automne: it was 1904. The previous year, in the well-known volume The French Impressionists (1860-1900), Camille Mauclair wrote that he found it inexplicable why such a colourist was nor pleasing to everyone, why he had not enjoyed resounding success, he who was sensual, straightforward, genial, agile and masterly without being oppressive, qualities we perceive clearly even in this small canvas. Renoir’s ability to capture, from life, the landscape in all its vitality and the luminous fugacity of an instant seem here to be accentuated by the movement of the crowns of the trees, which follows that of the clouds in the scrubbed sky and of the vegetation that surrounds the building in the foreground. The small size of this canvas does not interfere with perception of the structure of Renoir’s brushstroke, which at several points colours the support only partially, leaving the colour field incomplete. Observing the mechanics of the painting brings to mind the considerations put forth by Ardengo Soffici, in 1919, in Scoperte e massacri; that is, that since Renoir to a certain degree belonged to Impressionism, he appropriated from that school the purity of the colours and the searching freedom of the drawing; but far from allowing them to become tyranny and manner, as his colleagues did, he used these tools only to achieve a greater intensity and harmony in his representation. No “mastery of the brushstroke”, therefore, nor “bold and pompous line”, but simplicity and immediacy. In the early years of the 20th century, Renoir’s relations with the Impressionists were quite weak, due in part to health issues which had in those years limited the activity of many of the artists of the old guard; Renoir in particular struggled with a highlyaggressive form of rheumatoid arthritis which seriously impeded his use of his hands. Seeking relief from the pain, while continuing to work, he moved to Cagnes-sur-Mer, a few kilometres from Nice. Before his eyes were the sea and hills of olive trees; this is where this canvas, like many other coeval works, is set, immersed in nature. Everything in the painting recalls the south and the brilliant sunlight that illuminates the vegetation and the lightcoloured stone of the building with warmth. The work is from the collection of Ambroise Vollard (1866- 1939), the famous art merchant active in Paris from the 1890s onward and known for his ties to the Impressionists. He perceived their market potential early on; in 1895 he organised Paul Cézanne’s first individual show; the next year, he obtained the exclusive rights to Gauguin’s pictorial. His first meeting with Renoir, in 1894, led to a deep, meaningful friendship and a long frequentation; and shortly after the painter’s death in 1919, to publication, by Vollard, of a biography rich in details and anecdotes – to an extent challenged by persons close to the artist as being untruthful. Renoir painted several portraits of his friend, two of which in profile. While the likeness of the merchant wearing a red foulard on his head is more entertaining, with the Courtauld Gallery of London version (1908), the painter paid homage to the Parisian merchant’s serious mien, refined taste and vast culture: he is painted seated at a table, absorbed in perusing a statuette of Aristide Maillol in a pose recalling many 15th-century works and in particular those of Lorenzo Lotto. The biography of Renoir published in the Classici dell’Arte (1972) makes mention of various visits by Vollard to Cagnes in 1905. In that period, the merchant was working on a study of the painter and had formulated a number of questions to pose to him. This could be the circumstance which led to Vollard’s coming into possession of the painting.