Opere su carta: disegni, dipinti e stampe dal secolo XV al XIX

Firenze, 
mar 1 Ottobre 2019
Asta Live 316
157

Felice Giani

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Felice Giani                                                              
(San Sebastiano Curone, 1758  Roma, 1823)
MOSÈ FA SCATURIRE LE ACQUE
matita nera, penna e inchiostro, pennello e inchiostro acquarellato, mm  438x583                          

MOSES STRIKING WATER FROM THE STONE
black chalk, pen and ink, brush and wash, mm 438x583                      

Iscrizioni
"Mose fa sorgere l'acqua" autografa, a penna sul recto in basso; "82" a penna sul recto in alto a sinistra; "Giani" a matita sul recto in basso a sinistra.

Bibliografia di riferimento
A. Ottani Cavina, Felice Giani 1758-1823 e la cultura di fine secolo, Milano 1999, 2 voll.

Lo studio con Mosè che fa scaturire le acque dalla roccia, molto finito, riquadrato e con l’indicazione del soggetto posto in calce, può trovare collocazione tra il primo e il secondo decennio dell’Ottocento quando Felice Giani è al culmine della carriera che lo aveva portato sino alla cerchia di Napoleone.

Nato in un paese posto tra Liguria e Piemonte, allora feudo di Andrea Doria Pamphili, a vent’anni è documentato a Bologna con Ubaldo Gandolfi e Domenico Pedrini per poi passare a Roma nel 1780: quelli successivi saranno gli anni cruciali della sua educazione, durante i quali iniziano a profilarsi le sue originali scelte formali, una nuova incisività nella conduzione del disegno e una capacità narrativa straordinaria dettata anche da una riduzione della profondità spaziale per ottenere una successione ritmata delle figure, a mo’ di fregio antico. La decorazione d’interni diventerà il suo campo d’azione privilegiato grazie anche alla sua bravura nella scelta di soggetti iconografici sempre misurati alla destinazione d’uso dell’ambiente o sugli interessi e inclinazioni del committente. 

Il grandissimo numero di disegni preparatori destinati ai cicli pittorici ha consentito, oltre che la definizione dell’opera autografa, una datazione piuttosto precisa di tali studi e in generale una cronologia attendibile per l’intera opera grafica, in gran parte conservata al Cooper-Hewitt Museum e presso il Gabinetto Nazionale Disegni e Stampe di Roma, ma con interessanti nuclei anche nelle collezioni pubbliche di Berlino, Bologna, Firenze, Forlì, Milano, Torino, alle quali si vanno ad aggiungere quelle private.

È assai probabile che l’esemplare presentato sia da annettere ai fogli finiti destinati al mercato, assai richiesti e apprezzati in quanto, senza mai ripetersi, Giani riusciva efficacemente a coniugare il titanismo di Füssli e la sua gestualità esasperata con l’eleganza e la scrittura fluente e decorativa propria della tradizione dei pittori frescanti. Riscontri formali e tipologici si possono trovare per esempio nel grande disegno raffigurante Le donne sabine pongono fine alla guerra fra Romani e Sabini della Biblioteca Civica di Forlì (fondo Piancastelli, album “Romagna, Stampe e Disegni”; cfr. A. Ottani Cavina cit., vol. II, scheda A3.17, p. 738, fig. 1066), datato negli anni a cavallo del 1810, e il Sacrificio a Esculapio conservato presso il Gabinetto Disegni e Stampe degli Uffizi (inv. n. 9906S; cfr. A. Ottani Cavina cit., vol. II, scheda A1.13, p. 709, fig. 1016), entrambi analogamente riquadrati e con il titolo della composizione in basso al centro.