Scuola dell'Italia centrale, sec. XV
CROCIFISSO
tempera e oro su tavola, cm 197x146
Central Italian school, 15th century
CRUCIFIX
tempera and gold on panel, cm 197x146
La croce dipinta rappresenta Gesù nella arcaica iconografia del Cristus Triumphans, con gli occhi aperti e il busto eretto, non ancora gravato dal patimento e dal dolore. In alto l’Eterno benedicente mostra il libro delle sacre scritture mentre nella grande parte centrale si vedono le figure dei due dolenti in piedi.
Il modello è da riconoscere nel Cristo di San Damiano, oggi nella basilica di Santa Chiara ad Assisi, l'icona a forma di croce dinnanzi a cui Francesco d'Assisi, mercante ventiquattrenne in cerca di identità, nella chiesetta diroccata di San Damiano, nel 1206, avrebbe deciso di dare una svolta radicale alla sua vita, rispondendo all’invito del Signore di riparare la sua casa.
Venerato come una reliquia, divenne ben presto immagine esemplare per committenti devoti e artisti, grazie anche all’interpretazione che ne fece Giotto nella parete destra della basilica assisiate, nella scena del Crocifisso che parla a Francesco in San Damiano (fig. 1).
Ciò giustifica la diffusione in Umbria e nelle Marche di tavole sagomate col Cristo vivo in momenti in cui l’iconografia più diffusa era quella del patiens e successivamente del Gesù morto (M. Bollati, Francesco e la croce di S. Damiano, Milano 2016; Francesco e la croce dipinta, catalogo della mostra a cura di M. Pierini, Perugia 2016).
I colori squillanti, stesi in maniera compatta e la resa degli incarnati attraverso pennellate a tratteggio sovrapposte a seguire l’andamento delle forme, semplificate ma delineate con una certa attenzione per l’anatomia, consentono di collocare l’esecuzione dell’opera in un momento già avanzato, tra la fine del Trecento e l’inizio del Quattrocento.