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Vincenzo Civerchio

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Vincenzo Civerchio

(Crema 1460/70  - 1544)
SAN GIOVANNI EVANGELISTA
SAN PAOLO
SAN PIETRO
tre dipinti a tempera ed oro su tavola, cm 20,5x18,4; cm 20,5x18,4; cm 20,9x19,1 (rispettivamente)
(3)

SAINT JOHN THE EVANGELIST
SAINT PAUL
SAINT PETER
three paintings, tempera and gold on panel, cm 20,5x18,4; cm 20,5x18,4; cm 20,9x19,1(respectively)
(3)

Provenienza
Christie’s, New York, 12 giugno 1981, n. 124 e 126; Sir John Pope-Hennessy, Londra; Christie’s, New York, 10 gennaio 1996, n. 91 (San Pietro); Sotheby’s, New York, 16 maggio 1996, n. 5 e 7 (San Giovanni e San Paolo).

Comparse in asta per la prima volta nel 1981 come opere di Carlo Crivelli, le tavolette qui presentate, insieme ad altre della stessa serie (un San Tommaso venduto da Sotheby’s a New York il 16 maggio 1996, lotto 6, e i Santi Andrea e Giuda Taddeo, presso Richard Feigen a New York) sono state restituite a Vincenzo Civerchio a partire dall’attribuzione avanzata da Keith Christiansen per il San Pietro già nella collezione di Sir John Pope-Hennessy, il grande studioso della scultura del Rinascimento la cui raccolta fu oggetto di diverse aste organizzate da Christie’s.

Si ritiene che tutte le tavole facessero parte di una più ampia serie di dodici, e che affiancate costituissero la predella di una pala non identificata, in un insieme confrontabile all’altare portatile con l’Annunciazione e i Santi Benedetto e Scolastica conservato a Bergamo, Accademia Carrara (per cui si veda M. Marubbi, Vincenzo Civerchio. Contributi alla cultura figurativa cremasca nel primo Cinquecento, 1986, pp. 80-81, ill.) del 1490 circa.

Si tratterebbe dunque di un vero e proprio incunabolo nella produzione dell’artista lombardo, documentato per la prima volta a Brescia nel 1491, un anno dopo aver firmato la pala nella parrocchiale di Travagliato, con una Andata al Calvario sormontata dalla Deposizione. A Brescia l’artista rimarrà fino ai primi anni del Cinquecento aggiudicandosi importanti commissioni per le principali chiese della città e riscuotendone immediato successo. Si stabilì a Crema nel 1507, continuando però la sua attività in area bresciana.

Nel corso della sua lunga carriera a cavallo di due secoli Vincenzo Civerchio passa dai riferimenti prettamente milanesi di Butinone e  Zenale, il cui interesse per la prospettiva è evidente anche nelle finte incorniciature delle nostre figure di Apostoli, all’aggiornamento su modelli leonardeschi e, come è naturale, su quelli dei colleghi cremonesi e bresciani, dal più antico Francesco Ferramola ai più eccentrici Altobello a Romanino.