Arte Moderna e Contemporanea

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Dario Mellone ©  
(Bologna, 1929)

DARIO MELLONE

€ 2.000 / 5.000
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DARIO MELLONE

(Bologna 1929)                                                   

Guerriero

olio su tela

cm 100x80

 

Warrior

oil painting on canvas

100x80 cm

 

DARIO MELLONE

“La tendenza sempre più radicata verso l’integrazione dell’individuo nelle strutture del sistema e la conseguente spinta espansionistica verso modelli ideologici totalizzanti, hanno determinato la formazione di nuovi miti che si sono inseriti nel corpo sociale in modo illusorio.

La mutazione che l’uomo subisce nell’adeguarsi al predominio della tecnologia e delle nuove convenzioni sociali comporta una deformazione morfologica della sua immagine, costruita con mezzi espressivi specifici che consentono di mettere a nudo la sostanziale mistificazione che si cela sotto la maschera del sistema: standardizzato, robotizzato, fuorviato dalla sua natura, l’uomo mostra la condizione di artificiosità verso cui ill processo di ‘civilizzazione’ lo ha sospinto”

Dario Mellone

 

Dario Mellone è nato a Bologna nel 1929 ma è arrivato a Milano ancora bambino insieme ai genitori. Dopo la maturità scientifica e un personale percorso di iniziazione intellettuale condotto nella libreria della madre in piazza Missori, si iscrive all' Accademia di Brera, dove frequenta le scuole serali, lavorando nel frattempo per diverse case editrici come grafico e disegnatore. L’Arch. Giò Ponti scopre il talento precoce di Dario Mellone e pubblica i suoi disegni sulla rivista Domus.

Nel 1950 avviene il decisivo incontro con Dino Buzzati, che gli offre di collaborare al paginone della Domenica del Corriere,  eseguendo illustrazioni di architettura e disegni di piazze d’Italia. Incomincia così quel rapporto con il mondo dei giornali, della cronaca e dell’attualità che Dario Mellone coltiverà tutta la vita e che determinerà tanta parte delle sue amicizie e della sua immagine pubblica. Per oltre trent’anni infatti Mellone è l’apprezzato e intelligente illustratore e disegnatore del Corriere della Sera (dal 1967) ma al tempo stesso ha coltivato con dedizione e assoluta libertà la passione per l’arte e la pittura che lo accompagna sin da bambino, protetto dalla complicità di alcuni amici e della moglie Antonietta, anch’essa pittrice diplomata all'Accademia di Brera.

Nello studio di via San Marco nascono così cicli sorprendenti e tempestivi di opere delle seconde avanguardie che raccontano la difficile vicenda dell’umanità nell’epoca del predominio tecnico e meccanico: Figure nello spazio (1965-66), Uomini-prigione (anni Settanta), conturbanti Teste polimateriche e affascinanti Città-robot (1973-75). Uno di questi cicli, quello delle Strutture-cellulari, presenta affinità sorprendenti con i Cross-hatching di Jasper Johns, posteriori di qualche anno (quelli di Mellone sono eseguiti fra il 1967 e il 1969, quelli di Johns nel 1972). Un’affinità, tempestivamente notata da Francesca Bonazzoli, che sottende una significativa analogia di riflessione e di esigenza estetica fra i due artisti, oltreché la stringente attualità del lavoro di Mellone in quel momento cruciale di rinnovamento dei linguaggi e dei materiali dell’arte. Lo dimostrano anche le Figure biomorfe (1971-72), sculture realizzate con cavetti di plastica rosa che ricordano le composizioni “morbide” antiform di Eva Hesse e presentano pochi paralleli in Italia.

Nel 1963 Mellone partecipa a una collettiva al Palazzo della Permanente e successivamente tiene alcune personali, alla Galleria Sanpetronio di Bologna nel 1966, alla Galleria Braidense di Milano nel ‘78 e nell’87, al Museo di Milano nell’80 e alla Compagnia del Disegno, sempre a di Milano, nel 1995. Dario Mellone muore nella propria casa Studio di Milano il 23 dicembre 2000. All’indomani della sua scomparsa viene costituita la Fondazione Dario Mellone per la determinazione e la generosità di alcuni suoi amici e collezionisti. Ad oggi è stata realizzata un’importante monografia, a cura di Paolo Biscottini (Skira) e alcune importanti retrospettive, fra l’altro presso il Museo d’Arte Moderna di Spoleto, il Palazzo delle Stelline, di Milano, il Museo del Carmen di Valencia (ES) e la sede del Corriere della Sera di Milano, tutte curate da Martina Corgnati.Il 21 settembre 2013 è stato inaugurato dal prof. Rolando Bellini e dalle storiche d’arte Maddalena Tibertelli de Pisis e Giacinta Cavagna di Gualdana il ” Museo Dario Mellone”, aperto presso la Fondazione Villa Rescalli Villoresi di Busto Garolfo (MI), contenente le 60 opere più significative che il Maestro ha voluto che non venissero disperse perché rappresentative del proprio percorso artistico e di ricerca dal 1965 al 2000. (…)

 

Fondazione Dario Mellone