GASTONE NOVELLI
(Vienna 1925 - Milano 1968)
Che Cosa Si Può Dire
1962
tecnica mista su laminato plastico
cm 60x140
al retro etichetta Studio Marconial retro etichetta Levi Arte Contemporanea
al retro etichetta The Alan Gallery, New York
What can you say
1962
mixed technique on plastic laminate
60x140 cm
on the reverse label Marconi Studio
on the reverse label Levi Contemporary Art
on the reverse label The Alan Gallery, New York
L'opera è accompagnata da autentica su fotografia, rilasciata dallo Studio Marconi L'opera è accompagnata da autentica su fotografia, rilasciata da Landau-Alan Gallery,New York
ProvenienzaCollezione Studio MarconiCollezione privata, Milano
BibliografiaNovelli, 1976, edito da Feltrinelli, p. 217 n. 1962.9 (262), ill.
Gastone Novelli
Segno e scrittura strumenti del pensiero artistico
“ Dipingere è anche esprimere per segni ciò che non si può, o non si sa, esprimere con le azioni.Questa può essere una ragione per continuare, anche se i magazzini del mondo sono già pieni di cose da guardare.Di fronte ai fatti nuovi dell’arte le persone si bendano gli occhi, temendo che il loro mondo, fatto di confortevoli e edificanti idee sulla bellezza, possa andare in pezzi.Questa è un’altra ragione per continuare, perché così si raggiunge un primo risultato, una prima funzione, se vogliamo, dell’arte come ricerca “ rivoluzionaria”.E ancora: più universi linguistici, o segnici, verranno sperimentati e portati alla comunicazione, più largo sarà il campo delle possibili conoscenze offerto ai fruitori.E soprattutto, la socialità di una opera non si deduce dal suo indice di popolarità ma nasce dalla, direi, socialità dell’autore la cui stessa esistenza finisce con l’essere impegnata dalla pratica continua con il proprio linguaggio.
Gastone Novelli 1968 testo dal catalogo Studio Marconi Milano
L’opera di Novelli Che Cosa Si Può Dire” del 1962 fa parte del ciclo che, dal 1959, dove compare la forma circolare del seno, così come nei dipinti “ Nascondersi vale la pena” e “ Per andare a vedere di persona” entrambe del 1959 e ancora di più con “ Telegramma” del 1960, di esplicita ispirazione alla copertina del catalogo della mostra di Duchamp “Le surrealisme en 1947 “ tenutasi alla Galerie Maeght di Parigi. Nota è la fascinazione e l’influenza che l’opera di Duchamp ha avuto su Gastone Novelli. Come ha avuto modo di scrivere Pia Vivarelli sul catalogo della mostra alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma del 1988 “.... Globalmente sembra riflettersi in Novelli l’essenza del messaggio di Duchamp compresa fra attitudine analitico-riflessiva e apparente gratuità, ironia, leggerezza della prassi artistica; tale binomio è alla base della complessiva esperienza anche di Novelli, attualizzato nei termine di poetica generale per mezzo delle riflessioni linguistiche che caratterizzano l’ambiente romano dei primi anni Sessanta. (...) Le sue tele e i suoi disegni di questi primi anni Sessanta non presentano infatti rapporti bilanciati secondo modalità costanti tra scrittura ed immagini: ora la scrittura occupa gran parte della tela, ora le scritture si riducono a frasi o ad elementi frammisti all’immagine; a volte le scritte sono leggibili nella concatenazione dei loro significati e alcune di essere rimandano a citazioni letterarie, altre volte risultano incoerenti o parzialmente cancellate. I livelli di ambiguità degli aspetti verbali dei dipinti, esaminati in se’, aumentano poi se si considera la loro natura del tutto pittorica, il loro essere e configurarsi come immagine - nella singola evidenza visiva di ciascuna lettera alfabetica come nell’agglutinarsi in figure di gruppi di frasi - in rapporto con le forme costruite dai segni disegnati o colorati.Frantumazione, eliminazione dei legami sintattici, citazione, montaggio: sono tutti strumenti operativi che Novelli condivide con gli amici poeti, allo scopo di offrire uno specchio del disordine verbale e visivo, riconosciuto come effetto di una società agli inizi del benessere, e per dichiarare un rifiuto aperto - facendogli violenza - dell’universo linguistico dominante, nei suoi opposti ed equivalenti aspetti di universo “ realistico” ( nella letteratura come nell’arte figurativa) o di universo aulico, “accademico” dice espressamente Novelli, cioè storicamente e rigidamente determinato”. Novelli sosteneva che il linguaggio magico era proprio dell’artista e ne sono la riprova alcune parole e frasi che si trovano nelle sue tele. Nel 1958 scrisse “ Tutto ciò che esce dalle mie mani è molto più semplice di un raziocinio. Viene fuori così a forza di essere toccato, forse è qualche cosa di organico, certo sono cose che non vanno al di là delle necessita di un uomo, della larghezza delle sue braccia, delle estensibilità fisica del suo cervello. Perché per sapere si sa molto poco ed è troppo difficile ammaestrare la propria mente”
Novelli, Gastone (Vienna, 1925 - Milano, 1968) Gastone Novelli è considerato uno dei protagonisti più importanti della scena artistica italiana degli anni ’50 e ’60. 1943, nasce nel 1925 a Vienna, a soli diciott’anni, partecipa alla Resistenza, venne arrestato, incarcerato e torturato, la sua condanna a morte viene commutata in carcere a vita grazie all’intervento della madre, nel 1944 viene liberato all’ingresso delle truppe alleate a Roma vene liberato. L’anno successivo si trasferisce a Firenze dove si laurea in Scienze Politiche e Sociali. Nel 1948 reca in Brasile, qui maturò l’idea di diventare un’artista, producendo le prime opere. Nel 1950 rientra in Italia per un breve periodo e tiene la sua prima personale al Teatro Sistina di Roma, rientra in Brasile per starci fino al 1954, qui insegna, si occupa di allestimenti e di dedica, oltre alla pittura anche alla ceramica. Partecipò alla I e alla II Biennale di San Paolo. Nel 1955 ritorna a Roma ed entra in contatto con l'ambiente culturale grazie all’amicizia con Emilio Villa che gli presentò Corrado Cagli, conosce anche Achille Perilli, con il quale inizia un sodalizio che durerò molti anni. Sullo sfondo il vivace ambiente della cultura italiana, in cui Novelli frequenta molte delle personalità di spicco di quegli stessi anni, tra cui Afro Basaldella, Corrado Cagli, Pietro Consagra, Alfredo Giuliani, Giorgio Manganelli, Elio Pagliarani, Achille Perilli, Arnaldo e Giò Pomodoro, Toti Scialoja, Giulio Turcato, Emilio Villa, Cesare Vivaldi. In quegli anni Novelli sperimenta diverse tecniche, come la pittura a spruzzo, già utilizzata da Cagli, e la fotografia diretta, già utilizzata in Italia da Luigi Veronesi e da Bruno Munari. Nel 1956 Corrado Cagli presenta la sua prima monografia. Il 1957 frequenta assiduamente Parigi, dove incontra Tristan Tzara, André Masson, Man Ray e Hans Arp; tiene una personale alla galleria La Salita di Roma, dove espone opere di chiara ascendenza informale; fonda, con Achille Perilli, la rivista "L'esperienza moderna", che uscirà fino al 1959. Sono gli anni dove inizia a elaborare il segno-scrittura. Nel 1958 figura in varie collettive a Milano (Palazzo della Permanente), Città del Messico, Londra, Charleroi, Tokyo; tiene personali alla Galleria La Salita e La Tartaruga di Roma e alla Galleria dell’Ariete di Milano. Conosce Afro, di cui diviene assistente dal 1959 al Liceo Artistico di via Ripetta, e Cy Twombly. Gli anni ’60 sono gli anni dei viaggi: Francia, Stati Uniti, Grecia e Turchia e l’Inizio delle collaborazioni con gli scrittori della neo-avanguardia italiana, con i quali condivide la medesima tensione verso la sperimentazione linguistica. Frequenta Samuel Beckett, Georges Bataille, Pierre Klossowski, René de Solier e avvia una stretta amicizia con Claude Simon. Nel 1962 progetta e pubblica l’Antologia del possibile e nel 1964 è tra i fondatori della rivista “Grammatica”. Nella sua casa di Saturnia riceve amici e letterati, le presenze più assidue furono Pietro Consagra, Alfredo Giuliani, Giorgio Manganelli, Gianni Novak, Elio Pagliarani, Toti Scialoja, Giulio Turcato. Nel 1963 partecipa di nuovo alla Biennale di San Paolo nella sezione italiana organizzata dalla Biennale di Venezia. Questa mostra gli apre le porte alla sua prima partecipazione alla Biennale dove sarà invitato nel 1964 con una sala personale. Presentato da Nello Ponente, ottiene il premio Gollin. E’ la Biennale in cui trionfa l’arte americana, e durante la quale fa incontri importanti, tra cui Robert Rauschenberg. Nel 1965 La Galerie Thomas di Monaco e la Alan Gallery di New York organizzano delle personali. Nel 1967 si trasferisce a Venezia. Il Museo di La Chaux-de-Fonds, la Galleria Semiha Huber di Zurigo e la Galerie Espace di Amsterdam gli dedicano delle esposizioni personali. È presente inoltre alle più importanti mostre collettive, fra cui l’esposizione Recent Italian Painting and Sculpture al Jewish Museum di New York. Nel 1968 viene invitato alla XXXIV Biennale di Venezia con una sala personale, per protesta contro l’intervento della polizia all’interno dei Giardini, espone le sue opere dal retro contro le pareti, iscrivendo frasi di contestazione. Nel 1968 inizia ad insegnare all’Accademia di Belle Arti di Brera di Milano. Muore improvvisamente il 22 dicembre per un collasso postoperatorio.