PIERO DORAZIO
(Roma 1927 - Perugia 2005)
Senza titolo
olio su cartone applicato su legno
cm 64 diam.
al retro etichetta Galleria Cesena, Genova
al retro etichetta e timbri Studio D'Arte Cannaviello, Milano
Untitled
oil on cardboard applied on wood
cm 64 diam.
on the reverse label Galleria Cesena, Genoa
on the reverse label and stamps Studio D'Arte Cannaviello, Milan
La tela, la carta, diventano un campo magnetico con carattere cellulare, stellare. Lo stesso Dorazio da descritto chiaramente il suo procedimento: “ Cercavo di costruire uno spazio creando differenze di luminosità fra colori contigui e distinti, che facessero vibrare ogni istante nella materia di cui esso era fatto. Ovviamente, non esistevano altre forme, in questi quadri, se non quelle che ogni minima zona di colore più intenso sembrava definire su quella più tenue. A volte però, tutti i colori si equivalevano in intensità, lasciando scoppiare i bianchi e i neri come illuminazioni improvvise. Poi i toni contigui si sono sovrapposti creando trasparenze, forme più definite, colori compositi e carichi, come per induzione, delle tensioni e della luce di ogni componente , il colore diventa una figura”. Dorazio non ha mai avuto nostalgie per il figurativo. I suoi segni non si succedono temporalmente, ma forma una trama - qualche volta quasi fluorescente, nonostante la razionalizzazione classica del cromatismo - dove il momento dell’identificazione dell’osservatore pare prolungarsi all’infinito. Il quadro si presenta come un campo mobile di microstrutture, una sorgente di energia.
L’interazione di luce, colore e disegno illustrano la dialettica infinito-finito. [...]
Hans Gerd Tuchel 1974