Oggetti d'arte e sculture

Firenze, 
mar 30 Giugno 2020
Asta Live 340
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Andrea di Michelangelo Ferrucci (Fiesole, Firenze 1559 - Firenze 1626)

€ 2.000 / 3.000
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Andrea di Michelangelo Ferrucci (Fiesole, Firenze 1559 - Firenze 1626)

BUSTO DI GIOVANE

in bronzo dorato poggiante su cherubino ad ali spiegate, su colonna a tutto tondo in marmo nero del Belgio terminante su basamento quadrangolare in breccia di marmo, alt. cm 20, alt. busto cm 9,5

 

Andrea di Michelangelo Ferrucci (Fiesole, Firenze 1559 - Firenze 1626), bust of a young man

 

Provenienza

Firenze, Collezione Carlo De Carlo;

Firenze, Collezione privata

 

Bibliografia

Eredi Carlo De Carlo. Parte seconda. Importanti sculture dal Medioevo al Rinascimento, mobili, bronzi, oggetti d’arte, maioliche, rari dipinti di maestri primitivi, Semenzato Casa d’Aste, Firenze 2001, lotto 60

 

Bibliografia di confronto

S. Bellesi, Precisazioni sulla vita e sull’attività dello scultore fiorentino Andrea di Michelangelo Ferrucci, in “Antichità viva”, 1989, 1, pp. 49-55; S. Bellesi, Scuole e tendenze fiorentine tra la fine del Cinquecento e l’inizio del Seicento, in Pietro Bernini. Un preludio Barocco, catalogo della mostra, Firenze 1989, pp. 40-41; C. Pizzorusso, A Boboli e altrove. Scuture e scultori fiorentini del Seicento, Firenze 1989, pp. 39-40; C. Pizzorusso, Indizi per una fontana di venere, in Boboli 90, atti del convegno, Firenze 1991, p. 84; S. Blasio, ad vocem, Ferrucci, Andrea di Michelangelo, in Repertorio della scultura fiorentina del Seicento e del Settecento, a cura di G. pratesi, vol. I, Firenze 1993, p. 44; vol. II, tavv. 140-144.

 

Le piccole dimensioni e l’assenza di una base permettono di ipotizzare che il busto di giovane, forse un apostolo, finemente cesellato, fosse una delle decorazioni di una un prezioso altare o di uno stipo. I nobili lineamenti del volto, dalle labbra teneramente contratte e le arcate sopraccigliare espressivamente inarcate, indicano l’ispirazione neoellenistica del suo artefice. Il suggestivo pittoricismo, assai evidente nella testa e nelle ali del cherubino e nella resa serpentinata dei capelli del giovane mettono in luce il debito nei confronti di realizzazioni Giovanni Caccini (Montopoli in Val d'Arno, 1556 – Firenze, 1613) quali il Cristo redentore della collezione Piasecka Johnson a Princeton o gli Angeli reggi torcia della chiesa di Santo Spirito di Firenze.

Tali caratteristiche hanno condotto Claudio Pizzorusso ad attribuire il piccolo bronzo ad Andrea di Michelangelo Ferrucci che dopo un primo apprendistato nell’officina paterna, lavorò con Valerio Cioli, coltivando la sua ammirazione per Michelangelo e la sua vocazione neo rinascimentale. Stringente il confronto con la coppia di angeli scolpita da Ferrucci verso il 1615 per l’altare maggiore della chiesa fiorentina di Ognissanti, naturale filiazione di quelli del Caccini in santo Spirito citati: si vedano i volti e la chioma riccioluta tra classicismo ellenizzante e pittoricismo già prebarocco che ritornano anche nei due putti ai lati della fontana detta La Grotticina (Firenze, Museo degli Argenti).

L’attività di bronzista del Ferrucci è documentata nel 1597 dalla sua collaborazione alla progettazione delle porte della cattedrale di Pisa e nel 1614 quando, insieme a Pietro Tacca e Orazio Mochi, completò i modelli in bronzo con le Fatiche di Ercole commissionate da Cosimo II come dono per il re d’Inghilterra. Il suo più prestigioso lavoro fu tuttavia l’esecuzione dell’altare dorato di San Carlo Borromeo, altra commissione medicea che lo tenne occupate presso le officine granducali sino al 1624.

Secondo Claudio Pizzorusso, il piccolo busto maschile può essere collocato nel secondo decennio del Seicento, costituendo una rara testimonianza di Andrea di Michelangelo Ferrucci quale bronzista.