Roma, secolo XVII
PUTTO CON TESCHIO
in marmo bianco, cm 59x28x32
Roman, 17th century, putto resting on a skull
Bibliografia di confronto
Scultura del ‘600 a Roma, a cura di Andrea Bacchi, Milano 1996
Il contrasto tra la figura del putto e quella del teschio di questo elegante gruppo marmoreo sottolinea lo scorrere del tempo e la precarietà dell’esistenza, dando immagine a una delle iconografie più diffuse nel Seicento, secolo fortemente affascinato dal concetto di vanitas.
L’opera mostra i tipici stilemi della statuaria del primo barocco romano e dei virtuosismi nella resa di effetti di tattile morbidezza delle carni dei suoi protagonisti.
Più che al dinamismo berniniano, l’artefice delle tenere fattezze del putto sembra ispirarsi alla classica compostezza di Alessandro Algardi (Bologna,1598 – Roma,1654), trovando un interessante raffronto nel gruppo marmoreo con San Nicola da Tolentino cui appare la Vergine col Bambino, Sant’Agostino e Santa Monica, posto in una nicchia della chiesa di San Nicola di Tolentino a Roma: le sculture furono eseguite da Domenico Guidi, Ercole Ferrata e Francesco Baratta il Vecchio su modelli dell’ Algardi che, secondo Bellori, poté rifinirle prima della morte.
Alessandro Algardi produsse inoltre, lungo l’arco di tutta la sua carriera, numerosi modelli per sculture da tradurre poi in altri materiali; tra questi, l’Ercole fanciullo con il serpente in bronzo, conservato a Burghley House (collezione Marchese Exeter), il gruppo con Eros e Anteros in marmo proveniente da Palazzo Sampieri a Bologna e oggi presso le collezioni del Liechtenstein, o la scultura in bronzo raffigurante il Sonno della Galleria Borghese di Roma, offrono caratteristiche tipologiche e morfologiche che richiamano il nostro Putto con teschio.