KEES VAN DONGEN
(Delfshaven 1877 - 1968)
Profilo femminile con cappello
acquerello su carta pesante
cm 43,8x35,8
firmato in basso a sinistra
Female profile with a hat
watercolor on thick paper
43.8x35.8 cm
signed lower left
Corneils Van Dongen, detto Kees, nel 1894 si iscrive all’Accademia di Belle Arti di Rotterdam. Si stabilisce a Parigi nel 1897 svolgendo diversi mestieri per sopravvivere, a partire dal 1901 realizza disegni umoristici, stilizzati e graffianti, per numerose testate giornalistiche: Le Rire, L’Indiscret oltre ad illustrazioni per “L’Assiette au beurre”. Dipinge in stile post-impressionista, rappresentando scene di vita parigina con uno sguardo particolare per le figure femminili. Nel 1904 tiene la sua prima personale a Parigi e inizia ad esporre regolarmente al Salone degli Indipendenti e al Salon d’Automne. Sono anni di grande fermento artistico, fa amicizia con Gauguin e molti altri artisti. Nel 1905 incontra Picasso che lo indirizza al cubismo, nel 1906 entra a far parte del movimento dei fauves, particolarmente congeniale al suo temperamento istintivamente espressionistico. L’artista espone nel 1908 con il gruppo Die Brücke a Dresda e, nel 1910, alla Nuova Secessione di Monaco. Sono gli anni in cui diventa un ricercato ritrattista d’elezione nel mondo della borghesia e della mondanità, artisticamente allunga la silhouette dei personaggi ritratti, crea un modello femminile dal corpo lezioso, dal volto raffinato e dallo sguardo languido. Dimostrazione di come si appropri degli elementi caratteristici dei vari movimenti e tendenze artistiche: dal fauvismo prende i colori accesi e decisi, dal cubismo trae ispirazione nella forma per la semplicità delle linee e il totale disinteresse per le leggi del chiaroscuro, e dall’espressionismo il tratto forte e crudele. I suoi ritratti femminili sono contesi dalle dame della borghesia, rappresentano in maniera acuta e sfrontata le signore immerse nel loro contesto sociale. I soggetti dei suoi ritratti sono solitamente posti in posizione frontale rispetto all’osservatore, a volte con pose caste e dagli sguardi dolci, altre volte in pose provocanti, ma sempre un gioco più di sguardi che di posa. Dopo la prima guerra mondiale si trasferisce a Monte Carlo e frequenta la Costa Azzurra, ove si stabilirà abbandonando le opere di grandi dimensioni a favore della ritrattistica. Muore all’età di 91 anni dimenticato dal mondo che per tanti anni ha ritratto.