Sculture e oggetti d'arte europei dal medioevo al XIX secolo da collezioni private

Firenze, 
mar 19 Ottobre 2021
Asta Live 1049
169

Artista italiano attivo nella seconda metà del secolo XV

€ 12.000 / 18.000
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Artista italiano attivo nella seconda metà del secolo XV

FREGIO A GROTTESCHE

in marmo a raffigurare due cavalli alati divergenti al centro dalle cui code si dipartono volute fogliacee, cm 21x74x9

 

Italian artist, second half 15th century, grotesque frieze, marble

 

Nell’ambito della decorazione di importanti architetture quattrocentesche un ruolo chiave era giocato dai rivestimenti marmorei che ne animavano gli spazi esterni e interni attraverso paraste, fregi e mostre di finestre. Il celebre palazzo urbinate di Federico da Montefeltro deve la sua eccezionalità proprio a ricche decorazioni plastiche di alta qualità figurativa e, tra queste, i fregi realizzati da Ambrogio Barocci da Milano tra gli anni Settanta e Ottanta del XV secolo, nell’ambito della nuova fase del cantiere guidata da Francesco di Giorgio Martini (cfr. M. Ceriana, Ambrogio Barocci e la decorazione del palazzo ducale di Urbino, in Francesco di Giorgio alla corte di Federico da Montefeltro, atti del convegno internazionale, Urbino 11-13 ottobre 2001, a cura di Francesco Paolo Fiori, Firenze 2004, pp. 269 – 304), costituiscono un interessante confronto per l’opera qui presentata. La fama di eccellente intagliatore e ornatista che Ambrogio acquisì tra i suoi contemporanei è legata soprattutto alle cornici delle porte e ai camini della sala delle Veglie e dell’appartamento della Duchessa e alla cappella del Perdono. La sua grande novità esecutiva è data dall’incidere in profondità le forme, anche avvalendosi del trapano, senza tuttavia compromettere l’omogeneità del rilievo. Gli animali, e in particolar modo i cavalli, presentano una resa piuttosto dettagliata sia nell’evidenza data alle pieghe della pelle e nei musi che nella dinamica espressività con cui sono atteggiati, cavalli protagonisti anche nel nostro caso come nel fregio della cappella del Perdono del palazzo urbinate prima menzionata. Il repertorio decorativo impiegato da Barocci - che caratterizza anche il nostro fregio – è, come è stato notato (Ceriana 2004 cit.), un connubio tra motivi tratti dall’antico e di altri desunti da taccuini circolanti nell’ambito di botteghe rinascimentali specializzate.