Sculture e oggetti d'arte europei dal medioevo al XIX secolo da collezioni private

Firenze, 
mar 19 Ottobre 2021
Asta Live 1049
352

Francia, secolo XVIII

€ 2.000 / 3.000
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Francia, secolo XVIII

ANAMORFOSI

in legno dipinto di forma circolare con bordo modanato; lo specchio cilindrico, posto al centro, consente di riconoscere l’immagine di un personaggio in piedi su un pavimento a scacchiera sullo sfondo di una balaustra, diam. cm 25, cilindro alt. cm 10

 

French, 18th century, anamorphosis, painted wood

 

“In pittura dicesi anamorfosi la proiezione mostruosa o la rappresentazione sfigurata di un’immagine eseguita su un piano, la quale, nondimeno, da un certo punto di vista appare regolare e fatta con proporzioni giuste” (Diderot e D’Alambert, Encyclopédie, 1751).

La conoscenza della tecnica dell'anamorfismo venne per molto tempo trasmessa come dottrina segreta densa di connotazioni magiche e religiose, riscontrando una maggiore diffusione a partire dal Cinquecento per poi trovare posto, nel secolo successivo, nei trattati di prospettiva, di pratica architettonica e di ottica. È infatti nel Seicento che il termine “anamorfosi” inizia a essere impiegato per indicare un'immagine proiettata sul piano in modo distorto, rendendo il soggetto raffigurato riconoscibile solamente se l'immagine viene osservata in determinate condizioni, ad esempio da un preciso punto di vista o attraverso l'uso di strumenti deformanti.

Molti artisti hanno fatto ricorso all'anamorfismo per inserire nelle loro opere significati nascosti: nella parte inferiore degli Ambasciatori di Hans Holbein il Giovane, ad esempio, è visibile una strana figura che, osservando il quadro da destra e con la testa vicina al piano, rivela l’immagine di un teschio.

Nel caso dell’opera qui proposta, è il riflesso dello specchio cilindrico a creare una deformazione ottica che consente di vedere l'immagine nelle corrette proporzioni.