Firenze, 
mar 9 Novembre 2021
Asta Live 1078
55

Domenico Corvi

€ 7.000 / 10.000
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Domenico Corvi

(Viterbo, 1721 – Roma, 1803)

COMPIANTO SUL CORPO DI ETTORE

olio su tela, cm 156x218,5 

 

THE FAMILY OF HECTOR MOURNING OVER HIS DEAD BODY

oil on canvas, cm 156x218,5

 

Provenienza

Roma, Vincenzo Camuccini, dopo il 1809

 

Esposizioni

Domenico Corvi. A cura di Valter Curzi e Anna Lo Bianco. Viterbo, Museo della Rocca Albornoz, 12 dicembre 1998 – 28 febbraio 1999, n. 33

 

Bibliografia

L. Barroero, Il “Compianto sul corpo di Ettore” di Domenico Corvi, in “Paragone” XXXV, 1984, 417, pp. 66-71, fig. 53; L. Barroero, Dipinti italiani da XV al XIX secolo nel museo di Monserrat, Roma 1992, p. 116; L. Barroero, in Domenico Corvi. Catalogo della mostra, Roma 1998, pp. 152-53, n. 33; Verdone, Vincenzo Camuccini pittore neoclassico, Roma 2005, p. 29, nota2; A. Agresti, Due documenti sugli esordi di Domenico Corvi e un’aggiunta al suo catalogo, in “Paragone” LXX, 2019, 143, p. 57, fig. 59

 

Da tempo noto agli studi sull’artista viterbese, e analizzato a più riprese da Liliana Barroero che per prima lo individuò in una raccolta privata, questo importante dipinto costituisce una seconda versione, autografa e presumibilmente coeva, della tela – identica anche per dimensioni e palesemente eseguita sullo stesso cartone – conservata nel monastero di Santa Maria di Monserrat, dove appunto la rintracciò la studiosa.

Sebbene le vicende collezionistiche di quest’ultima non siano del tutto chiare, non è dubbio che in essa vada riconosciuta l’opera ammirata da Giovanni Antonio Guattani nello studio del Corvi e diffusamente descritta nelle Memorie per le Belle Arti pubblicate nel 1785, vale a dire il “nobil soggetto tolto dal libro 24 dell’Iliade: cioè quando Priamo fa esporre alla vista de’ Troiani il corpo di Ettore ricuperato dalle mani di Achille”.

Splendido esempio del classicismo romano tardo-settecentesco, austero ma aperto altresì all’effusione di sentimenti patetici, il Compianto sul corpo di Ettore costituisce un importante documento della sapienza compositiva di Domenico Corvi, che distribuendo i suoi personaggi lungo una ellisse consente una lettura pausata dei sentimenti di ciascuno di essi, disposti come dolenti intorno al letto funebre che attraversa la scena in diagonale. L’ambientazione notturna consente effetti diversi di lume artificiale che pongono in risalto la straordinaria raffinatezza cromatica riconosciuta all’artista dai suoi contemporanei.

È verosimile che il successo ottenuto dalla versione descritta dal Guattani, probabile pendant del Sacrificio di Polissena ora nel museo di Viterbo, uguale per dimensioni ma in luce naturale all’aperto, abbia suggerito l’esecuzione della nostra replica, per una committenza tuttora ignota e evidentemente non andata a buon fine, e per questo motivo incompiuta nelle velature finali.