RILIEVO CON TRE FIGURE
MONDO ROMANO, ETÀ AUGUSTEA
Grande rilievo in pietra calcarea che mostra una coppia con un bambino affacciata ad un elemento quadrangolare (cornice), conservato in particolare in corrispondenza del margine superiore e laterale sinistro. L’uomo, conservato quasi fino all’altezza della vita, è totalmente avvolto in un’ampia toga e regge con la mano sinistra, parzialmente nascosta dalla veste, un oggetto cilindrico (papiro ?), mentre porta la destra sul petto. La donna indossa anch’essa una lunga veste, mossa da numerose incisioni, un lembo della quale è sollevato sul capo: porta anch’essa la mano destra sul petto, mentre la destra, che doveva essere originariamente abbassata non è conservata. Fra i due adulti, in alto, si vede chiaramente un fanciullo, vestito con una tunica, e rappresentato mentre sfiora con la mano destra il gomito sinistro. La capigliatura, conservata solo in parte, presenta i capelli tirati all’indietro Sul suo petto si vede una bulla rilevata. 97 x 94 x 36 cm.
Questo rilievo è ascrivibile ad una categoria molto specifica di monumenti databile fra la tardissima età repubblicana, nel I secolo a.C. e la prima parte del I secolo d.C.: quella che raffigura i busti di intere famiglie come affacciati da profonde nicchie murate nei sepolcri antichi. In questo caso l’idea non è tanto quella di fissare alle pareti le immagini degli antenati, ma quella invece di rappresentare il monumento come una casa con nicchie e finestre, da cui si affacciano i membri delle famiglie del ceto medio, rappresentati in momenti di affetto reciproco e con tutti gli elementi utili a definire il loro status ed il loro rango (in questo specifico caso, ad esempio, la bulla del fanciullo e la toga ed il rotolo di papiro dell’uomo). Questo costume è ben riscontrabile non soltanto nella città di Roma (basti pensare a tal proposito ai monumenti rinvenuti lungo la via Statilia, ancora in situ, od ai rilievi ai Musei Vaticani o al Museo Nazionale Romano), ma anche in gran parte della penisola, dalla Campania alla Cisalpina (si veda a tal proposito i numerosi esempi presentati in H.G. Frenz, Römische Grabreliefs in Mittel-und Süditalien, Roma 1985). Fra le immagini in cui compaiono coppie con figlio al centro, possiamo ricordare il rilievo ai Musei Vaticani, (Galleria Lapidaria XV 80, inv. 9398; Arachne n. 20740). Per quanto riguarda l’aspetto, molto specifico, della capigliatura della figura femminile, nonostante l’usura è possibile riconoscere in esso l’elemento rilevato al centro della fronte che caratterizzata uno dei tipi iconografici della moglie di Augusto, l’imperatrice Livia (tipo Copenaghen 616, si noti in particolare la presenza dei due riccioli che ricadono sulle spalle, a differenza del vicino tipo Copenhagen 615). Un’acconciatura avvicinabile compare in un busto femminile ad altorilievo rinvenuto al sesto miglio della via Appia (Arachne n. 1087994) o nelle tre figure femminili in un celebre rilievo ai Museo Museo Gregoriano Profano ex Lateranense (inv. 10464; F. Sinn, Reliefs, Altäre, Urnen, Museo Gregoriano Profano ex Lateranense. Katalog der Skulpturen 1.1, Magonza 1991, pp. 30-31, n. 9).
Provenienza
Mostra mercato internazionale dell'Antiquariato, Firenze, 18 settembre - 18 ottobre 1965
La Soprintendenza ABAP Firenze, Pistoia e Prato ha intenzione di dichiarare l’interesse archeologico particolarmente importante di questo lotto