ALBARELLO, DERUTA, 1580
in maiolica dipinta in policromia con arancio, blu, giallo e verde; sul fondo reca iscrizione C_266_XVI Century in inchiostro nero ed etichetta MOSTRA MERCATO INTERNAZIONALE ANTIQUARIATO VENEZIA; alt. cm 20,9, diam. bocca cm 9,9, diam. piede cm 9,5
A PHARMACY JAR (ALBARELLO), DERUTA, 1580
Provenienza
Milano, Collezione Vivolo;
Milano, Sotheby's, 13 novembre 2007, lotto 8;
Firenze, Collezione privata
Bibliografia di confronto
G. Bojani, C. Ravanelli Guidotti, A. Fanfani, Museo Internazionale delle Ceramiche in Faenza. La donazione Galeazzo Cora. Ceramiche dal Medioevo al XIX secolo, Milano 1985, p. 132 n. 316
Il vaso apotecario ha un corpo cilindrico appena rastremato al centro, spalla breve e angolata, bocca a orlo dritto e basso, piede leggermente svasato. Sulla zona anteriore, un ampio medaglione ovale è circondato da un festone di foglie allungate legato da nastri, entro cui campeggia un cartiglio con scritta in caratteri gotici S.ANDORLI B. sormontato da una decorazione "a trofei" con stemma o emblema di farmacia affiancato da due elementi con scritta LAUDATE PUERI DOMINUM. Sul retro tra nastri arricciati si legge la data 1580.
L’albarello appartiene per tipologia e stile alla produzione generalmente attribuita all’Italia centrale in una fascia che da Urbino porta alle aree della Tuscia e dell’Umbria. Questi vasi destinati agli unguenti hanno spesso decori differenti a seconda del corredo farmaceutico cui appartenevano, e nel nostro caso la decorazione particolarmente ricca trova riscontro in esemplari recanti il medesimo emblema, come l’orciolo anch’esso datato 1580 conservato nella collezione Cora, ora al Mic di Faenza (inv. n. 21410/c).