BROCCA COSTOLATA, URBINO, BOTTEGA PATANAZZI, DOPO IL 1597
in maiolica dipinta in policromia; alt. cm 27,5, diam. bocca cm 8, diam. piede cm 8,2
A JUG, URBINO, WORKSHOP OF PATANAZZI, AFTER 1597
Bibliografia di confronto
J. Giacomotti, Catalogue des majoliques des musées nationaux., Parigi 1974, pp. 369-371 nn. 1103-1106;
F. Barbe, C. Ravanelli Guidotti, Forme e “diverse pitture” della maiolica italiana. La collezione delle maioliche del Petit Palais, Parigi 2006, pp. 174-175 n. 91
Il piccolo vaso, realizzato a stampo, ha forma costolata, beccuccio a doppio cannello sul fronte e un’importante ansa a staffa a doppia cordonatura con elementi decorativi a rilievo e terminali serpentiformi sul retro, e poggia su un alto piede a calice con orlo arrotondato e base concava. Il corpo è interamente decorato da motivi di grottesche policrome su fondo bianco, tra le quali sul fronte spicca uno stemma nobiliare (d’azzurro al leone d’oro linguato di rosso) accompagnato da un cartiglio con il motto FATA VIAM INVENIUNT (il fato trova la propria strada), motto della famiglia Carafa, alla quale tuttavia non corrisponde lo stemma, più prossimo invece alla famiglia Alberici di Orvieto.
Questo tipo di produzione trae evidentemente spunto da prototipi metallici, con esiti di leggerezza e colorismo inediti, come ad esempio nel caso della brocca con versatoio a mascherone del Louvre (inv. n. OA1248), o i complessi versatori del museo di Sevres (inv. n. 23114) o ancora la brocca più complessa sempre del Louvre (inv. n. OA1249).
Questo tipo di forme in associazione al decoro alle grottesche ebbe enorme successo al tempo, dando grande lustro alla bottega della famiglia Patanazzi, la quale assolveva ad ordinativi anche molto importanti, come testimoniato da una brocca simile, ma dotata di un cannello singolo, che reca sul fronte gli emblemi Imhoff, Baumgartner e Schmidtmayer conservata al Petit Palais di Parigi, alla cui scheda rimandiamo per approfondimenti.