COPPIA DI ALBARELLI, MONTELUPO, 1480-1495 CIRCA
in maiolica decorata in policromia con rosso, arancio, giallo, verde e blu; a) alt. cm 22, diam. bocca cm 10, diam. base cm 10; b) alt. cm 22,5, diam. bocca cm 9,8, diam. base cm 10,7
A PAIR OF PHARMACY JARS (ALBARELLI), MONTELUPO, CIRCA 1480-1495
Bibliografia di confronto
G. Cora, Storia della maiolica di Firenze e del contado. Secoli XIV e XV, Firenze 1973, p. 140, tav. 222a;
F. Berti, Il Museo della Ceramica di Montelupo, Firenze 2008, pp. 265-268 n. 20
I vasi presentano corpo cilindrico con base carenata e piede piano, spalla stretta, alta e molto inclinata, imboccatura ampia con orlo appena estroflesso definito a taglio netto. La superficie è interamente ricoperta da smalto color crema, su cui è tracciato con larghe pennellate un motivo a “occhio di penna di Paona”. Le campiture tra i decori, nelle quali si possono riconoscere dei rombi riempiti da puntinature e motivi vegetali stilizzati, portano a datare gli albarelli tra il 1480 e il 1495.
Questo decoro, di origine medio-orientale con varie interpretazioni simboliche, costituisce insieme al decoro con palmetta persiana uno degli elementi caratterizzanti della fase propriamente rinascimentale della maiolica italiana (1480-1520). L’ornato si adatta nella sua evoluzione stilistica, divenendo più standardizzato per trasformarsi in un decoro strutturato e lineare, ideale per essere utilizzato in opere morfologicamente differenti. La penna perde di profondità e diviene grafica con profilo lanceolato, definito da una linea blu che lo conduce lungo il corpo del vaso, racchiudendolo in un tessuto di rombi. Altri elementi del decoro si distinguono grazie a un cromatismo articolato in quattro fasce: una bianca a risparmio, una in bruno di manganese arcuata, una verde rame e una color arancio.
Spesso attribuiti alla città romagnola di Faenza, dove il decoro ebbe particolare successo, fu Galeazzo Cora a ricondurre questo tipo di decoro alle manifatture toscane di area fiorentina, attribuzione confermata dagli scavi condotti nel territorio di Montelupo, utili a confermare la provenienza dalla cittadina toscana. Sono note anche opere con lo stesso motivo decorativo eseguite da manifatture senesi e derutesi, ma con esiti più contenuti.
Particolarmente affine per modalità decorative il boccale della collezione Cora, ora al Museo Internazionale della Ceramica di Faenza, insieme a due esemplari analoghi della collezione Mereghi, anch’essi al museo di Faenza. Un altro vaso è conservato al Kunstgewerbemuseum di Berlino, uno segnalato nella collezione Kahan e venduto in un’asta Sotheby’s negli anni Sessanta, una coppia venduta da Pandolfini il 27 ottobre 2014 (lotto 9)