COPPIA DI VERSATOI, DERUTA O TUSCIA, INIZI SECOLO XVI
in maiolica dipinta in blu di cobalto, giallo, giallo arancio, verde e rosso ferro; numero 795 in inchiostro nero sul fondo; a) alt. cm 22,6, diam. bocca cm 10, diam. piede cm 11,7; b) alt. cm 22,4, diam. bocca cm 10,7, diam. piede cm 11,5
A PAIR OF EWERS, DERUTA OR TUSCIA, EARLY 16TH CENTURY
Bibliografia di confronto.
C. Fiocco, G. Gherardi, Ceramiche umbre dal Medioevo allo Storicismo. Parte prima, Faenza 1988, p. 270 n. 186;
L. Colapinto, P. Casati Migliorini, R. Magnani, Vasi da farmacia del Rinascimento italiano, Ferrara 2002, p. 162 nn. 65-66
T. Wilson, Maiolica: Italian Renaissance Ceramics in the Metropolitan Museum of Art, New York 2016 p. 126, n.35 A, B
I due vasi da farmacia hanno corpo di forma globulare, collo cilindrico e bocca larga con orlo estroflesso e piano, poggiano su un basso piede a orlo estroflesso tagliato; dal collo parte il manico a nastro privo di decori, di spessore alto parte, che si raccorda con la parte più prominente della pancia, mentre sul fronte parte un cannello cilindrico appena rastremato sale verso l’alto. L’interno di entrambe i contenitori è smaltato a bistro marrone cammello.
L’ornato si concentra nella parte anteriore, con una ghirlanda fogliata di tipo robbiano con piccoli frutti fermata da un nastro incrociato e centrata in alto e in basso da piccoli dischetti; al suo interno, su un fondo rosso arancio, si distinguono nel primo vaso un motivo a delfini in alto e a cornucopie centrate da un’inflorescenza a palmetta rivolta in alto nella parte bassa, nel secondo in alto un motivo con racemi fogliati centrati da fiore dai lunghi pistilli, mentre in basso lo stesso decoro, ma con teste di delfino e infiorescenza disposta in modo inverso. Al centro del decoro un cartiglio rettangolare ombreggiato di azzurro con le scritte farmaceutiche delineate in caratteri cubitali in blu di cobalto O. EUFORBII e OXIMELLIS. COMPOΩ., ad indicare l’euforbia cespugliosa, pianta potenzialmente tossica usata in antichità per le proprietà purganti, rubefacenti ed emetocatartiche, e l’oximelle composito, un preparato di più principi attivi quali miele, asparago, gramigna, aceto e altro ancora, utilizzato come depurativo degli organi. Nella parte posteriore, attorno al cartiglio, una sottile decorazione alla porcellana impreziosisce i vasi.
Si conoscono molti esemplari coerenti, appartenenti probabilmente ad un corredo farmaceutico di una certa importanza, tra i quali alcuni studiati da Carola Fiocco e Gabriella Gherardi, conservati al Mic di Faenza, attribuiti all’Umbria e in particolare alle manifatture della città di Deruta, accostabili ad altri due esemplari presenti in una collezione privata di Ferrara. La stessa impostazione decorativa, sebbene in una versione cromaticamente differente e arricchita da cartigli e motti, si ritrova poi, in forma variata, nelle due splendide bottiglie del Met di New York, che condividono con i nostri vasi l’humus culturale dei primi anni del XVI secolo, alla cui scheda (nota 5) si rimanda per un dettagliato elenco delle opere affini.