IMPORTANTI MAIOLICHE RINASCIMENTALI

Firenze, 
mer 20 Ottobre 2021
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PIATTO, DUCATO DI URBINO, PROBABILMENTE PESARO, SECONDA METÀ SECOLO XVI

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PIATTO, DUCATO DI URBINO, PROBABILMENTE PESARO, SECONDA METÀ SECOLO XVI

in maiolica dipinta in policromia; diam. cm 26,7, diam. piede cm 9,5, alt. cm 3,7

 

A DISH, DUCHY OF URBINO, PROBABLY PESARO, SECOND HALF 16TH CENTURY

 

Bibliografia di confronto

J. Lessmann, Herzog Anton Ulrich-Museum Braunschweig, Italienische Majolika, Katalog der Sammlung, Brunswick 1979, pp. 336-338 nn. 468-472;

E. Ivanova, Il secolo d’oro della maiolica. Ceramica italiana dei secoli XV-XVI dalla raccolta del Museo Statale dell’Ermitage, Faenza 2003, p. 128 n. 116;

E. Sannipoli (a cura di), La via della ceramica tra Umbria e Marche: maioliche rinascimentali da collezioni, Gubbio 2010, p. 264 n. 3.30

 

Il piatto ha largo cavetto e tesa ampia e obliqua con orlo arrotondato e listato di giallo; al retro, privo di cercine, tra righe concentriche delineate a sottolineare la forma. Sul fronte la scena istoriata occupa l’intera superficie: al centro una roccia acuminata dalla quale Mosè fa sgorgare l’acqua per il suo popolo assetato usando una sottile bacchetta; il popolo assiste inginocchiato ai lati della roccia, in un paesaggio boschivo.

Lo stile pittorico è particolare, rapido, sicuro nel delineare le figure, caratterizzate da una certa mancanza di proporzione, con teste piccole rispetto ai corpi e viceversa, tratti somatici con nasi delineati a “elle”, bocche carnose e comunque ben definite. Anche il paesaggio denuncia una certa rapidità nella stesura pittorica, caratterizzato dalla presenza di piccoli fiori rossi, sia sull’argine del fiume sia pendenti dagli alberi, secondo un uso tipico di alcune produzioni pesaresi prossime alle modalità pittoriche del cosiddetto “pittore di Zenobia” o comunque al suo ambiente. Anche l’uso di tinte forti particolarmente luminose, i piedi allungati, i volti e le armature dei giovani sulla destra del piatto ci sostengono nella proposta attributiva.

Il nucleo di riferimento e di confronto resta quello proposto dalla Lessmann, che individua al Braunschweig di Amburgo un gruppo di circa venticinque opere, insieme ai quali ricordiamo qui l’importante piatto di Milano e quello con la storia di Attilio Regolo del museo di San Pietroburgo