ESEMPLARE STRAORDINARIO DI QUESTA CELEBRE PRIMA EDIZIONE ILLUSTRATA DEL VASARI, CON FITTE POSTILLE ATTRIBUITE A FEDERICO ZUCCARI DALLO STUDIOSO VASARIANO GAETANO MILANESI.
Per questo lotto è stato avviato dalla Soprintendenza il procedimento di dichiarazione di rarità e pregio - For this lot has been started by the Superintendence the declaration of rarity and value.
Esistono varie copie delle Vite vasariane anticamente postillate, sia dell’edizione originale del 1550, sia di questa prima edizione illustrata del 1568. In particolare, è attestato che il pittore manierista Federico Zuccari (1539-1609), autore di un gran numero di affreschi in varie città italiane, e, tra le altre cose, di vari ritratti della regina Elisabetta I e di un eccezionale ciclo di disegni per la Divina Commedia (oggi conservato presso gli Uffizi), postillò ben due copie delle Vite Giuntine del 1568. La prima si trova presso la Biblioteca Nazionale di Spagna in quanto l’esemplare fu donato da Zuccari a El Greco durante la sua permanenza in Spagna (1586-1588); tale esemplare fu poi fittamente annotato anche da El Greco. La seconda copia postillata da Zuccari è conservata alla Bibliothèque Nationale de France, sebbene non è noto come vi sia arrivata.
A queste due copie ne va aggiunta una terza, reperita nella seconda metà dell’Ottocento dallo studioso vasariano Gaetano Milanesi (1813-1895), che nel suo fondamentale trattato Le opere di Giorgio Vasari, con nuove annotazioni e commenti di Gaetano Milanesi (Firenze, Sansoni, 1906) parla appunto di un esemplare delle Vite dei Giunti “già posseduto dal cavaliere Alessandro Saracini di Siena”, attribuisce le postille a Zuccari e le trascrive commentandole.
Ad un primo confronto, le note trascritte da Milanesi corrispondono a quelle che si trovano nel nostro esemplare. Si segnala in particolare la correzione “aquistato” al margine della carta 4Pr, parola che Zuccari sostituisce al termine “perduto” nel testo (sul quale tira una riga); tale correzione è presente anche nell’esemplare parigino ed è “l’unico caso di postilla identica fra i due esemplari”, come fa notare lo studioso Giovanni Mazzaferro nel suo lungo articolo Gli esemplari postillati delle Vite vasariane: un censimento. In questo stesso articolo è possibile visionare la foto di un frammento dell’esemplare El Greco, che, permettendo un confronto calligrafico (va osservato in particolare il termine “instoriate”), porterebbe a confermare l’attribuzione del Milanesi a Zuccari delle postille nel nostro esemplare. Ad ulteriore riprova, si prenda in considerazione anche la frase anticamente manoscritta all’inizio del nostro volume (forse da Milanesi?) “le postille marginali che si trovano sparse da pagina 592 in giù, sono di mano di Federigo Zuccheri”.
Sono postillate nello specifico le vite di:
- Battista Franco, 4Ev;
- Francesco Salviati, 4K4v e 4L1v (quest’ultima non in Milanesi);
- Daniello Ricciarelli, 4N1v e 4N2v;
- Taddeo Zucchero, da 4N4v a 4R1v quasi tutti i margini sono fittamente annotati;
- Tiziano: 5F3r, 5F4r, 5G2r, 5G3r (nessuna delle quali si trova in Milanesi).
Nelle sue note, Zuccari si mostra generalmente critico nei confronti del Vasari, che chiama per nome, come nella postilla “in che proposito entra qui Giorgio vanamente?”, e aggiunge in particolare molte informazioni alla vita del fratello Taddeo (1529-1566), anch’egli pittore. Per esempio ne corregge il carattere, definito dal Vasari “sanguigno … e molto sdegnoso, e oltre a ciò dato dalle cose veneree” in “Anzi modesto, tenprato e benignio”, e più avanti chiosa “se [Taddeo] fosse stato fiorentino, [Vasari] l’avrebe lodato di altra maniera, come merita lode supreme; ma dice quello che non può tacere, ed altrove, ove dovrebe tacere, cicala apasionato, senza ragione alchuna.”
È inoltre postillata la vita di Ridolfo Grillandai a c. 4C1r-v, ma in un inchiostro molto scuro e da antica mano che appare diversa rispetto a quella delle altre note, e compaiono qua e là altri minori interventi manoscritti.
Oltre a Federico Zuccari, si individuano nei volumi altre illustri firme d’appartenenza, verosimilmente attribuibili al pittore genovese Cesare Corte (1550-1613, volume secondo), e allo storico dell’arte Alfonso Landi (volume primo e terzo). Nel secondo volume è inoltre presente un piccolo ritratto a matita, nello stile tipico del naturalismo emiliano cinquecentesco, applicato nel tondo originariamente vuoto di Antonio Correggio (carta b4v).
PRIMA EDIZIONE ILLUSTRATA di questa celebre galleria di 161 biografie dei principali artisti e architetti italiani del Rinascimento (termine coniato dal Vasari). Pubblicata diciotto anni dopo la prima edizione dell’opera, questa seconda edizione, oltre ad essere la prima illustrata, reca una nuova dedica a Cosimo de’ Medici ed è considerevolmente ampliata: vi sono aggiunte 28 biografie di artisti più recenti, tra cui Tiziano, un’autobiografia di Vasari e un trattato di tecniche artistiche. I ritratti xilografici, eccezionalmente espressivi, furono incisi da vari artisti su disegni dello stesso da Vasari. Sebbene alcune delle biografie contengano inesattezze, l’opera rimane la principale autorità sugli artisti di uno dei periodi più fertili della storia dell’arte occidentale, e infatti non a caso è definita “the first modern history of art” (PMM).
3 volumi in 4to (ca. 235 x 160 mm). Vol. 1: [lvi] 529 [i.e. 523] [1] pp. Vol. 2: [xl] 370 [2] pp. Vol. 3: [lxxxiv] 371-1012 [i.e. 1004] [6] pp. Frontespizi entro cornice architettonica xilografica abitata da putti e altre figure, e con stemma de’ Medici in alto e veduta di Firenze in basso; giglio Giunta al frontespizio e in fine al secondo e terzo volume; 144 ritratti ovali di artisti, inseriti entro 6 diverse cornici con figure femminili rappresentanti le arti (copiate da affreschi di Casa Vasari ad Arezzo), 8 cornici con spazi per ritratti lasciati vuoti; xilografia con il Giudizio Universale in fondo al terzo volume. Iniziali e fregi xilografici.
Set non uniforme: primo e terzo volume rilegati in pergamena flessibile coeva con titolo manoscritto ai dorsi e con unghiatura (difetti), secondo volume rilegato in pergamena semi-flessibile antica (dorso assente); tutti i tagli sono rossi. Pallide fioriture, pallidi aloni e tracce d’uso marginali, piccoli rinforzi al margine interno e carte occasionalmente brunite in modo lieve in tutti i volumi. -- Frontespizio e carte successive del primo volume con pallido alone marginale, primo fascicolo lento e protruso. -- Nel secondo volume, il frontespizio è reintegrato senza perdite al margine esterno, e le ultime due carte sono reintegrate senza perdite al margine superiore, vi è inoltre un disegno a matita applicato nel tondo originariamente vuoto di Antonio Correggio (carta b4v) -- Nel terzo volume, e1 presenta uno strappo, la pagina 3B è sciolta e doppia, 3R4 presenta un’antica pecetta con il nome dell’artista descritto (Girolamo Genga), il fascicolo 4R è montato prima di 4Q, qualche fascicolo è protruso; numerose postille marginali; si segnala che la vita del Beccafumi, la quale normalmente si apre con un occhietto (carta 3A1, bianca tranne che per il titolo “Vita di Domenico Beccafumi”), è in questo caso preceduta da una carta bianca inserita posteriormente (ha filoni verticali laddove i filoni dell’opera sono orizzontali); tale “vita” presenta inoltre su due carte un errore tipografico che appare corretto in altri esemplari (il titolo corrente “Perino del Vaga” al posto di “Domenico Beccafumi”), qui invece anticamente corretto a mano su entrambe le carte.
Provenienza: i due volumi rilegati in pergamena flessibile (primo e terzo volume) recano entrambi una nota d’acquisto (al contropiatto nel primo, e al verso della sguardia volante anteriore nel terzo) che recita “questo libro comprato dal Sig. Domenico [non legitur] Lire 23 | L’anno 1777 il di’ 2 gennaro”; recano inoltre la seguente antica firma d’appartenenza ad entrambi i frontespizi: “de Libri d’Alfonso Landi”, verosimilmente l’Alfonso Landi storico dell’arte di cui Guglielmo della Valle (ca. 1746-1805), nel suo Lettere sanesi sopra le belle arti (Roma, Generoso Salomoni, 1785-1786), volume secondo, pp. 32-33, scrive: “tra biografi Sanesi che trattarono dell’arte merita di essere il primo … aveva intrapreso a scriverne di proposito, come appare dall’infrascritto titolo del MS. di lui che ci resta Racconto di pitture, di statue, e d’altre opere eccellenti che si ritrovano ne’ tempj, e negli altri luoghi pubblici, della Città di Siena con i nomi, cognomi e patrie degli artefici di esse per quanto però s’è potuto trovare da me Alfonso Landi figliuolo del q: Pompilio di Lattanzio di Girolamo Landi, cominciato fin dall’anno 1655.” Tale manoscritto parrebbe quello battuto all’asta da Dominic Winter nel 2020 (Printed Books, Maps & Autographs, Wed, 27th May 2020, lot 363). Vi è infine in entrambi questi volumi una firma (al verso della penultima carta nel primo volume e dell’ultima carta nel terzo) coperta da antica pecetta ma visibile controluce che dice in entrambi i casi “Marcello Ghini”, seguito da un’altra parola non leggibile. -- Il secondo volume reca: al contropiatto anteriore un tassello cartaceo che recita “Ex Bibliotheca Joan. Xavery Carenzi Med. Doct. Urbini Achiatri.”, al verso del frontespizio l’antica firma di possesso “Cesare Corte”, forse il pittore e architetto nato e morto a Genova (1550-1613), e al margine inferiore della pagina successiva la firma cassata “Ioannis Battista Pinelli”, forse il poeta genovese attivo tra fine Cinquecento e inizio Seicento.
EXTRAORDINARY COPY OF THIS FAMOUS FIRST ILLUSTRATED EDITION OF THE VASARI, WITH PROFUSE MARGINALIA ATTRIBUTED TO FEDERICO ZUCCARI BY THE VASARIAN EXPERT GAETANO MILANESI. Detailed description and additional images upon request.
(3 volumi)