Luca Carlevarijs
(Udine 1663 – Venezia 1730)
ACCAMPAMENTO
olio su tela, cm 145x116
Bibliografia
D. Succi, Luca Carlevarijs, Gorizia 2015, p. 230, fig. 91
Come esaurientemente dimostrato da Nicoletta Agazzi nella relazione che accompagna il vincolo del MIBACT (2014) il dipinto qui offerto costituisce un importante documento visivo – e anzi l’unico, allo stato degli studi – della ricognizione effettuata nel 1687 per stabilire i confini tra i territori di Borgotaro e Pontremoli, e dunque tra il Ducato di Parma e il Granducato di Toscana.
Affidata all’arbitrato della Repubblica di Venezia, che emise il suo parere nel 1689, la perizia fu effettuata da numerosi agrimensori oltre che da commissari e diplomatici, a garanzia di entrambe le parti.
Come risulta dai documenti raccolti da Giuseppe Micheli che ha ricostruito la vicenda (I confini tra Borgotaro e Pontremoli, Parma 1899) i periti e l’intera delegazione si trattennero vari giorni sui monti ove passava la linea di confine da precisare, alloggiati in una serie di padiglioni; a questi se ne aggiungevano altri dedicati ai servizi, dalla dispensa alle stalle, e perfino alla cappella.
Intitolato Padiglioni e capanne fatte alzare dal Ser.mo Duca di Parma ne’ Monti Appennini il cartiglio apposto alla base della nostra veduta – vera e propria legenda della scena raffigurata – ne designa la destinazione e l’uso contrassegnando con lettere maiuscole le singole tende e specificando i nomi degli occupanti.
Tra questi, risultano vari personaggi citati dai documenti come il conte Bertolo, consultore di Stato della Repubblica di Venezia, il commissario senatore Zeno, e il marchese Pier Luigi dalla Rosa, diplomatico al servizio di Ranuccio II.
Considerato il ruolo giocato nella vicenda dalla Repubblica di Venezia – che peraltro si lasciò forse influenzare a favore del Ducato farnesiano dalla promessa di aiuti militari nella guerra contro i Turchi – è naturale che un ricordo visivo dell’evento, episodio significativo per le relazioni diplomatiche tra il Ducato di Parma e il Granducato di Toscana, ma ancor di più per il ruolo arbitrale della Serenissima, sia stato commissionato a un pittore veneziano, presumibilmente da uno dei protagonisti di quella vicenda.
Sebbene ancora da precisare nel silenzio dei documenti, una committenza veneziana è certamente il motivo della scelta del giovane Carlevarijs, il cui padre era stato autore di una pianta di Udine e di sei vedute della città.
Confermata dallo stile delle figurine che ne affollano il primo piano, l’attribuzione al Carlevarijs e l’esecuzione della tela a ridosso dei fatti narrati colloca il dipinto in stretta prossimità con le grandi scene paesistiche dipinte a Venezia per il portego di Ca’ Zanobi tra il 1682 e il 1688, che costituiscono le primizie dell’artista friulano.
Opera dichiarata di interesse particolarmente importante dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali e per il Turismo, Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici della Toscana, con decreto N. 537/2014 del 26 novembre 2014.
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