OPERE DI ECCEZIONALE INTERESSE STORICO ARTISTICO

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Michelangelo di Pietro Membrini (Maestro del Tondo Lathrop)

€ 25.000 / 35.000
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Michelangelo di Pietro Membrini (Maestro del Tondo Lathrop)

(Pistoia? c. 1460 – Lucca 1525)

MADONNA COL BAMBINO

olio su tavola, cm 31x23

 

Bibliografia

A. Nesi, Michelangelo Membrini, Bernardino Detti, Zacchia il Vecchio e Benedetto Pagni, in “Arte Cristiana” XCVII, 2009, 855, pp. 417-18, ill.

 

Sul mercato antiquario nel 1983 con un’attribuzione alla cerchia di Bartolomeo Montagna, il dipinto qui offerto è stato restituito da Alessandro Nesi all’artista lucchese noto, fino alle ricerche di archivio di Maurizia Tazartes nel 1985 (Anagrafe Lucchese III. Michele Angelo (del fu Pietro “Mencherini”): il Maestro del Tondo Lathrop? In “Ricerche di Storia dell’Arte, 1985, pp. 28-40) col nome attribuitogli dal Berenson nel 1906 e confermato da Everett Fahy (A Lucchese follower of Filippino Lippi, in “Paragone” XVI, 1965, 185, pp. 9-20) a partire dal noto dipinto ora nel Paul Getty Museum .

 Studi successivi hanno in gran parte confermato il nutrito catalogo proposto da Fahy e approfondito i dati culturali del maestro, formatosi tra gli esempi di Domenico Ghirlandaio e Filippino Lippi, ma anche nella bottega romana del Pinturicchio, e ipotizzato la sua presenza nel cantiere di palazzo della Rovere in Borgo nei primi anni Novanta del Quattrocento (R. Messagli, Michele Angelo da Lucca nella Roma di Pintoricchio, in Pintoriccchio. Catalogo della mostra, Cinisello Balsamo 2008, pp. 75-91).

Fondamentale, a questo proposito, la scoperta della sua firma “Michele Angelo da Luca” sulle volte della Domus Aurea e la proposta di Nicole Dacos di riconoscervi appunto le tracce del nostro artista (De Pinturicchio à Michelangelo di Pietro da Lucca: les premières grotesques romaines, in Roma nella svolta tra Quattro e Cinquecento, Roma 2004, pp. 325-340).

Da qui, soprattutto, la precisazione della sua appartenenza diretta e precocissima alla “cultura delle grottesche” esperita a Roma e di prima mano su quei testi fondamentali, invece che mediata dalle opere lucchesi di Amico Aspertini, come proposto da Fahy, e dunque una rilettura delle opere lasciate in patria anche sotto questo profilo.

E’ comunque con le pale dipinte per le chiese di Lucca e del suo territorio e in larga parte documentate che il nostro dipinto mostra le più strette assonanze, pur nel diverso formato: rara opera di destinazione privata, la tavola replica infatti in piccole dimensioni modelli ricorrenti nelle opere pubbliche del maestro lucchese.

Il volume geometrizzante e purissimo della Vergine, esaltato dallo splendido azzurro, e i suoi tratti composti sono infatti sovrapponibili a quelli della Madonna attorniata da santi nella chiesa di San Cristoforo a Lammari, o ancora a quella accompagnata dai santi Agostino, Monica, Antonio da Padova e Gerolamo nella Pinacoteca di Villa Guinigi a Lucca, dalla chiesa di S. Agostino, commissionata nel 1492.

 

Opera dichiarata di interesse particolarmente importante dal Segretariato Regionale del Ministero della Cultura per la Lombardia il 17 gennaio 2022.

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