Sante Peranda
(Venezia, 1566 – 1638)
DECOLLAZIONE DEL BATTISTA
olio su tela, cm 219x190
Provenienza
Venezia, collezione Tron di San Stae; Trieste, collezione de Morpurgo; per eredità, Nina Weil Weiss; Roma, collezione Incisa di Camerana.
Bibliografia
Catalogo della collezione di quadri dei Baroni Elio e Mario de Morpurgo in Trieste, Trieste 1914 (riprodotto); S. Mason Rinaldi, Palma il Giovane. L’opera completa, Venezia 1984, p. 115, cat. 315, fig. 696; p. 149, cat. 603-604; G. Fossaluzza, I dipinti antichi della collezione de Morpurgo di Trieste: a proposito di un dipinto “non firmato”, Perande non Palma, in “Arte in Friuli. Arte a Trieste” 16—17, 1997, pp. 203-240, passim, e fig. 5.
Vincolata nel 1942 come opera di Palma il Giovane, fin dal Settecento la tela qui presentata è stata associata al nome del pittore veneziano e in particolare a tre dipinti, simili per dimensioni, con cui è descritta nell’inventario di Chiara Grimani, vedova di Nicolò Tron di San Stae, redatto il 26 giugno del 1793.
Reso noto da Ivanoff e Zampetti (Jacopo Negretti detto Palma il Giovane, in I Pittori Bergamaschi. Il Cinquecento, III, Bergamo 1979, pp. 593-94, n. 411) il documento elenca infatti “quattro quadri grandi/la scala veduta in visione da Giacobbe/Giacobbe in riposo col gregge al pascolo/Rebecca al pozzo/Decollazione del Battista del Palma”, identificati dalla Mason Rinaldi con quattro tele già in collezione Morpurgo a Trieste, due delle quali ora presso la Popolare di Vicenza e una in collezione privata a Roma, in aggiunta alla nostra.
Il nostro dipinto, per cui la studiosa proponeva una datazione alla fase estrema del pittore veneziano, differisce dalla serie di storie di Giacobbe innanzi tutto per il soggetto neo-testamentario e poi per l’assenza della firma, presente in identica forma nelle altre tele citate (IACOBUS PALMA/FECIT).
A questo dato allude il titolo dello studio di Giorgio Fossaluzza, che oltre a riferire la formazione e le vicende della collezione de Morpurgo, riunita nella prima metà dell’Ottocento e prevalentemente dedicata ad artisti contemporanei, giustamente propone l’attribuzione del nostro dipinto a Sante Peranda, allievo di Palma Giovane e in qualche modo suo successore presso la committenza veneziana pubblica e privata.
Lo studioso ricorda come l’artista veneziano, attivo per oltre un ventennio per le corti degli Este e dei Pico, dipingesse – secondo le fonti – una decollazione del Battista per Giovanni Pico, forse identificabile con la nostra tela.
Agli anni tra secondo e terzo decennio del Seicento, a cavallo tra il suo periodo modenese e quello trevigiano, si situa comunque il dipinto qui offerto, articolato nella scansione spaziale, delicato nei trapassi chiaroscurali ed estremamente raffinato nella sommessa scala cromatica: tutti elementi che andranno accentuandosi nella fase tarda del maestro, tra terzo e quarto decennio del Seicento, fino a risultare nella rarefazione dei contorni e nell’adozione di una gamma madreperlacea, recentemente apprezzata anche nel San Sebastiano curato dalle pie donne venduto da Pandolfini nel novembre 2021, forse proveniente dall’importante raccolta veneziana del nobile Bartolomeo Vetturi.
La Decollazione del Battista qui offerta costituisce dunque una preziosa acquisizione al catalogo di un artista versatile e raffinato nei suoi esiti: sebbene meno noto al grande pubblico rispetto al suo maestro, può dirsi forse più interessante di Palma il Giovane, anche in virtù di un catalogo più contenuto e pienamente autografo.
Opera dichiarata di interesse particolarmente importante dal Ministero dell’Educazione Nazionale, Direzione generali delle Arti, con provvedimento del 28/9/1942.
The Italian Soprintendenza considers this lot to be a work of national importance and requires it to remain in Italy; it cannot therefore be exported from Italy.