(Islam) Manoscritto numerologico persiano. XIX secolo.
Manoscritto persiano su carta adespoto di contenuto mistico-magico sciita incentrato sui valori numerici, assoluti e combinatorî delle lettere arabo-persiane. Probabile provenienza di questo manoscritto pare l’area persiana occidentale. La datazione si può invece stimare, in assenza del colophon, al primo quarto del Diciannovesimo secolo. Purtroppo, infatti, dal manoscritto non sono reperibili né il titolo dell’opera, né il nome dell’autore, né quello del copista né luogo e data di produzione del presente codice. Il testo è mutilo in apertura, dal momento che la prima carta riporta il titolo rubricato faṣl-e dovvom, ossia “Capitolo Secondo”, laddove l’introduzione e il capitolo primo risultano evidentemente assenti.
Qua e là nel testo si incontrano griglie a quadratini non compilate, le cui caselle cioè non furono occupate dai corrispondenti valori alfanumerici. Tali griglie, distinguendosi dai più comuni “quadrati magici” (ar.: awfāq) sono chiamate alvāḥ (pl. del termine arabo lawḥ nel significato di “tavola”, “tabella”). Come è noto, la mistica numerologica nel mondo islamico ricoprì in ogni epoca un posto di rilievo nella coscienza della creazione come sommo mistero originato dall’Uno, ossia dal Divino. Nel corso dei lunghi secoli attraverso i quali la civiltà islamica si è formata, essa ha attinto ai più svariati patrimonî culturali euro-asiatici, come ad esempio il neoplatonismo mistico e la mistica cinese del luò-shū, ovvero il quadrato magico di base 3, caratterizzato dal fatto di mostrare lo stesso risultato sommando i valori di ogni riga, colonna e diagonale. Ciò viene considerato di ottimo auspicio, e indica di volta in volta congruenza ad un fine, favore celeste, buon bilanciamento nelle proprie virtù personali.
Il manoscritto appare prodotto di un ambiente di marcata appartenenza ideologica sciita tanto dell’autore quanto di alcuni dei possessori precedenti, dal momento che troviamo un riferimento a margine ai primi Califfi dell’Islam, specialmente ͨUṯmān, come “Faraoni”: politici corrotti e lontani dalla purezza necessaria a mantenere in vita lo spirito profetico di Maometto, cosa che secondo gli sciiti possono fare soltanto gli Imām quale autentico ponte tra umano e Divino. In particolare, ricorre nel testo il nome del Sesto Imām venerato dagli Sciiti Duodecimani, Ǧaͨfar aṣ-Ṣādiq (AD 702-65).
Nella seconda parte del manoscritto abbiamo infatti la conversione in valore alfanumerico (ar., pers.: abǧad) tanto di celeberrime fraseologie coraniche quanto di varî nomi-attributi divini, nella cosiddetta “Tavola Quarta” (pers.: lawḥ-e čahārom). Successivamente, il testo prende anche in considerazione il rapporto mistico tra le qualità degli elementi e le loro espressioni alfanumeriche, per poi passare ad un’analisi più dettagliata dei 99 Nomi di Dio tradizionali nell’Islam mistico sia sunnita che sciita, concentrandosi poi sulla formazione di quadrati magici di base 5, 6, 7 e persino a base 10. Una sezione successiva affronta le relazioni tra la numerologia e gli influssi planetarî anche nelle loro stazioni astrologiche (ar., pers.: burūǧ). Il manoscritto pare infine trattare il problema dell’interpretazione esoterica del carattere profetico nell’Islam (in sostanza la figura religiosa, quasi sovrumana e miti-storica di Maometto), delineando una sorta di “scienza del cuore” di derivazione sufica, e si conclude con la citazione della brevissima Sura conclusiva del Corano (CXIV, an-Nās: “Gli esseri umani”) preceduta da varî altri passaggi tratti dal testo sacro dell’Islam.
In 4to (ca. 250 x 175 mm). [8] carte iniziali più piccole seguite da [123] carte. Testo vergato in una variante dello stile nastaͨlīq, disposto su 15 righi a facciata impiegando inchiostro nero per il corpo di testo e rosso per termini-chiave, sovralineature, corrispondenze numeriche e titolature delle ripartizioni di testo interne. Legatura posteriore in cartone, dorso in tela (difetti). -- Prime e ultime carte gualcite e malconce, con perdita di una parte di una carta; scompleto.
Persian numerological manuscript from the 19th century. -- First and last ll. crumpled and battered, with loss of a part of a leaf; incomplete. Detailed description and additional images upon request.