PIATTO, URBINO, BOTTEGA DI GUIDO DURANTINO (FONTANA), 1559-1574
in maiolica dipinta in policromia con bruno di manganese, verde ramina, blu di cobalto, giallo e giallo arancio. Sul retro l'iscrizione in caratteri corsivi dipinti in bruno di manganese Consiglio de Jdei et de/ le dei; diam. cm 26,5, diam. piede cm 8,6, alt. cm 4
A DISH, URBINO, WORKSHOP OF GUIDO DURANTINO (FONTANA), 1559-1574
Bibliografia di confronto
C. Ravanelli Guidotti, Monte dei Paschi di Siena. Collezione Chigi Saracini: Maioliche Italiane, Firenze/Siena 1992, pp. 82-86 n. 14, 14f-14h;
E. Ivanova, Il secolo d’oro della maiolica. Ceramica italiana dei secoli XV-XVI dalla raccolta del Museo Statale dell’Ermitage, Faenza 2003, p. 89 n. 62;
C. Ravanelli Guidotti, “Maioliche della più bella fabbrica”. Selezione dalle Civiche Collezioni Bresciane e da collezioni private, Brescia 2006, pp.74-ss. n. 17
Il piatto ha cavetto ampio, tesa larga appena obliqua, orlo arrotondato, e poggia su piede ad anello. La decorazione interessa l’intera superficie del fronte con la rappresentazione del Concilio degli Dei, come illustrato dalla scritta sul retro: Consiglio de Jdei et de/ le dei. Gli dei dell’Olimpo sono raffigurati seduti su gruppi di nuvole, che si sviluppano in un arco sulla tesa a circondare la scena, chiusa in basso da un cielo blu scuro con una corona di nembi azzurri; alle loro spalle, parzialmente coperto, il sole emana i sui raggi dando luce al cavetto. Al centro Giove, accompagnato dall’aquila, alza la mano sorreggendo un fulmine, alla sua destra Venere e Cupido in piedi e altre divinità sedute, tra le quali si distingue Bacco, mentre alla sinistra seduto si scorge Marte vestito di armi e alle sue spalle Diana, Plutone e Apollo.
Il consesso è incompleto, realizzato dal pittore probabilmente traendo ispirazione da più fonti incisorie, come testimoniato anche dalle differenti posizioni delle divinità, ma il progetto decorativo è quello delle grandi opere tramandate attraverso le incisioni di Carraglio e di Marcantonio Raimondi. La mano del pittore è sicura, particolarmente piacevole è la capacità di rendere i giochi di luci e ombre, ma interessanti sono anche la profondità del cielo che si scurisce verso il basso e le figure messe in ombre sulla tesa a destra di Giove e più in luce a sinistra, figure proporzionate e ben descritte. Si tratta probabilmente di un’opera della bottega di Orazio Fontana, avvezza alla riproduzione delle figure divine come testimoniato dai grandi vasi o dai grandi rinfrescatoi con deità marine, di cui sono noti alcuni esemplari firmati che fecero la fortuna della bottega.