A differenza di altri beni collezionabili, come orologi o gioielli che permangono praticamente immutati, o le opere d’arte per le quali facciamo di tutto al fine di preservarle dall’usura, il vino è da considerarsi come un essere vivente: fatto per evolvere nel tempo. Questa caratteristica è parte del fascino di un mondo che attrae e appassiona sempre più persone, come dimostrano i risultati costantemente crescenti delle aste negli ultimi anni.

Il catalogo di questo autunno, uno tra i più corposi mai redatto nella nostra più che ventennale attività nel settore, presenta una ampissima selezione delle migliori etichette disponibili sul mercato: un totale di 744 lotti animerà le sale di Palazzo Ramirez-Montalvo per due intensissimi giorni d’asta.

Iniziamo la mattina del 17 novembre con una selezione di lotti tutti provenienti dalla cantina di un unico collezionista: un esperto del settore che ci ha onorato affidandosi a noi per la vendita di una parte della sua straordinaria collezione. Annate storiche e grandi formati caratterizzano questa sezione nella quale troviamo molte delle principali cantine italiane e francesi. Il nostro viaggio ha inizio dall’Italia, più precisamente dal Piemonte. Della regione delle Langhe segnaliamo i lotti di Barolo Riserva Monfortino di Giacomo Conterno, in particolare le bottiglie Jéroboam (da 3 litri) del 2015, 2014, 2013 e della storica annata 2010. Proseguiamo con la Toscana, e anche qui l’attenzione non può che ricadere su due bottiglie di grande formato: due Doppie Magnum del leggendario produttore Gianfranco Soldera, una annata 2006 e una della cosiddetta “annata perduta”, ovvero la 2010. Per la Francia, la parte più corposa è quella dei vini di Borgogna, con molte bottiglie provenienti dai Domaine Raveneau, Fourrier, Emmanuel Rouget, e, in chiusura, una selezione di bottiglie “firmate” dalla regina del vino: Madame Lalou Bize-Leroy.

Nel pomeriggio del 17 torniamo in Italia e ritroviamo i “soliti noti”: Bruno Giacosa, Giacomo Conterno, Romano Dal Forno, Montevertine, i Super Tuscan delle cantine Antinori e Frescobaldi e della Tenuta San Guido. Di quest’ultima siamo onorati di annoverare in catalogo un lotto che racchiude tutta la storia della celebre azienda bolgherese: una verticale “quasi completa” (mancante solamente l’annata 1974) dal 1968 al 2019 di Sassicaia, la punta di diamante della cantina.

Il secondo giorno è dedicato ai vini della vicina Francia: la sessione mattutina vede protagonisti le Maison di Champagne e gli Château di Bordeaux, mentre il pomeriggio andranno in scena i Domaine della Borgogna. Ma andiamo per ordine. Tutti gli champagne più richiesti sono presenti, con alcuni lotti introvabili come: la tradizionale cassa di Salon, composta da sei bottiglie normali e una Magnum, e la serie di lotti di Krug Clos d’Ambonnay, compresa l’annata 1996, provenienti tutti da un singolo proprietario. Dopo una breve parentesi con i vini provenienti dal Rodano, la Loira, e il resto del mondo, ci spostiamo nel Bordeaux. Dalla regione dei castelli segnaliamo, assieme alle bottiglie dei più famosi Pétrus, Mouton Rothschild, Yquem, Lafite Rothschild e Margaux, alcuni nomi più esclusivi e per questo molto ricercati dal mercato: Le Pin e Château Lafleur, quest’ultimo anche in formato Magnum.

La parte finale del catalogo è dedicata, come da tradizione, alla Borgogna e ai suoi incomparabili vini. Le massime espressioni del Pinot Nero e dello Chardonnay sono qui riunite, divise per domaine: Dugat-Py, Jayer, Rousseau, Coche-Dury, Engel, Leroy, d’Auvenay e Romanée Conti. L’elenco dei lotti meritevoli di essere menzionati sarebbe troppo lungo per poter essere incluso in questa breve introduzione, quindi mi limiterò a tre: una Magnum di Échézeaux Domaine Bizot 2006, una bottiglia di Chevalier-Montrachet Leroy Domaine d’Auvenay 2005, il miglior vino bianco prodotto dal piccolo domaine, e una bottiglia in cassetta in legno originale di Romanée Conti del Domaine de la Romanée Conti annata 2015, la migliore degli ultimi quindici anni. Menzione d’onore va alla bottiglia che più rappresenta il nostro catalogo e che lo chiude: una bottiglia di Romanée Conti del Domaine de la Romanée Conti vendemmia 2005, considerata da tutti i più importanti critici mondiali l’annata del secolo. Un esempio di un vino che raggiungerà, con lo scorrere del tempo, un’armonia tale da fare entrare già questa bottiglia nel mito.

Mentre il tempo è visto spesso come un nemico che porta all’appassimento, per il vino, il grande vino come quello che troverete nelle prossime pagine, esso diventa un potentissimo alleato che gli permette di esprimere tutte le sue potenzialità. Ma non voglio dilungarmi oltre e vi lascio alla consultazione del catalogo che richiederà una buona quantità di…tempo.



Highlights dell'asta