Antonio Franchi
(Villa Basilica, Lucca, 1638 - Firenze, 1709)
SANTA CATERINA
olio su tela, cm 128x101
SAINT CATHERINE
oil on canvas, cm 128x101
Provenienza
Julius Weitzner, 1959; Greenville South Carolina, The Bob Jones University; New York, Sotheby’s, 20 Novembre 1980 n. 104.
Bibliografia
The Bob Jones University Collection of Religious Paintings, Greenville 1962, pp. 164-65, n. 95; M. Gregori, Ricerche per Antonio Franchi, in “Paradigma” 1, 1977, pp. 77-78, fig. 5; S. Bellesi, Catalogo dei pittori fiorentini del 600 e 700, Firenze 2009, I, p. 151, tav. LXXXV.
Reso noto per la prima volta come opera di ignoto artista italiano o francese, il dipinto qui offerto fu tuttavia immediatamente collocato in ambito cortonesco dalla maggior parte dei grandi conoscitori, da Giuliano Briganti a Denis Mahon, interpellati dai curatori della raccolta statunitense in cui il dipinto qui offerto fu conservato tra il 1958 e il 1980.
Più precisamente, Briganti pensava a un seguace toscano di Pietro da Cortona, e questo ancor prima che la pittura del Seicento fiorentino fosse riscoperta, in primo luogo da Mina Gregori.
Spetta appunto a quest’ultima il merito di aver tracciato già nel 1977 una prima ricostruzione di Antonio Franchi “cortonesco ma senza abuso” nella felice definizione di Luigi Lanzi, nel cui ambito restituì all’artista lucchese il dipinto qui presentato.
Studi ulteriori ne hanno ricostruito la fortunata produzione ritrattistica per la corte medicea, a cui il nostro dipinto immediatamente si lega nell’uso, messo alla moda dalla Francia e adottato anche a Firenze, dell’attribuzione di motivi simbolici alla dama raffigurata in veste di allegoria o di santa.
Anche le vesti sontuosamente decorate riportano, oltre che ai modelli cortoneschi nelle sale di Palazzo Pitti declinati a Firenze da Ciro Ferri, agli esempi contemporanei dei lucchesi romanizzati Coli e Gherardi, e comunque alle opere sacre e profane di Antonio Franchi nelle collezioni medicee.