JESÚS RAFAEL SOTO
(Ciudad Bolivar 1923 - Parigi 2005)
Bi-face
1973
tecnica mista (serigrafia su alluminio, metallo e fili di nylon)
cm 31,5x26,4x24,4
esemplare 69/200
iscritto "SOTO BIFACE, 69/200" alla base
Denise René Edition, 1973
Bibliografia
Soto (catalogo esposizione), Palacio de Velázquez del Parque del Retiro, Madrid, 1982, p. 128, n. M 14 (altro esemplare illustrato)
“Quando incontrai il lavoro di Mondrian - specialmente i suoi pezzi molto colorati in cui s'incrociavano linee orizzontali e verticali - sentivo che apparteneva al dominio della grandezza e della spiritualità. C'erano delle affinità con le grandi opere del Rinascimento. A quel tempo credevo che la ricerca di Mondrian s'indirizzasse sempre più verso la bidimensionalità; un paradosso perchè pur essendo partito dal Cubismo, più che cercare il movimento - la vera aspirazione del Cubismo - si muoveva in direzione completamente opposta. Ricercava una specie di immobilità assoluta. Nel mio caso, ero interessato al movimento. Cercavo un'arte che rivisitasse gli elementi che mi avevano affascinato in Mondrian ma aggiungendo loro il dinamismo. A dire la verità, non sapevo come farlo. Ero semplicemente convinto che fosse la strada da seguire. In seguito ebbi l'opportunità di vedere Broadway Boogie Woogie (1942-1943). In quel momento mi resi conto che, in tarda maturità, Mondrian aveva trovato una soluzione perfetta al suo problema: una sorta di vibrazione ottica. E visto che Mondrian aveva già trovato una risposta, m'imposi nuove sfide, mi feci delle nuove domande, nel tentativo di spingere oltre queste idee. Mi concontrai su tutti gli artisti il cui lavoro aveva a che fare con il movimento: Laszlo Moholy-Nagy e, in modo particolare, Naum Gabo, una delle figure che mi aveva maggiormente impressionato. Naum Gabo fece una scultura - una delle più importanti del ventesimo secolo - con cavi metallici che si muovevano velocemente producendo un volume virtuale. Naturalmente lui non parlava di questo lavoro usando termini simili, ma credo che questa fosse l'idea.”
Jesus Rafael Soto, in Soto sempre/Sempre Soto, intervista di Hans Ulrich Obrist, Parigi, marzo 2004
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