PIERO DORAZIO
(Roma 1927 - Perugia 2005)
Fluted II
1967
olio su tela
cm 40x50
al retro firmato, datato e titolato
al retro cartiglio Marlborough Galleria d'Arte, Roma
L'opera è accompagnata da autentica dell'Archivio Piero Dorazio, Milano.
L'opera è registrata presso l'Archivio Piero Dorazio col n. 1967-000957-C708.
“L’esperienza pittorica è per sua natura legata alla percezione dello spazio attraverso le sensazioni di “colore” (luce) e ‘forma’ (disegno e composizione), che inducendo nell’osservatore le caratteristiche spaziali nonché la fisionomia formale e cromatica dell’immagine. Il carattere dell’insieme è determinato dalle qualità delle parti che lo costituiscono e il suo significato sii rivela nei modi del fare (pittorico), del rendere percepibili le sopradette “qualità”. Nel disegno sono rilevanti l’incisività del segno: gli effetti di luce, la composizione, la vitalità, l’essenzialità della traccia che manifesta l’immagine, via via separandola dallo spazio inerte del supporto […]”
Piero Dorazio
È difficile inquadrare l’esperienza di Piero Dorazio in un solo e stringente frangente artistico. Nato nel 1927 a Roma e morto nel 2005 nella sua amata Todi (PG), già in fase giovanile la sua formazione matura a contatto con le avanguardie europee primonovecentesche, conducendolo definitivamente, nel secondo Dopoguerra, nel centro del dibattito internazionale attorno all’astrattismo.
Dopo aver aderito all’attività del gruppo Arte sociale, frequenta lo studio di Guttuso, ma si allontana preso dalle tesi del realismo socialista. Nel 1947 appare trai firmatari del manifesto del Gruppo Forma 1, assieme a Ugo Attardi, Pietro Consagra, Mino Guerrini, Achille Perilli, Antonio Sanfilippo, Giulio Turcato e Carla Accardi. Risiede a Parigi per un anno, e nel 1950 torna a Roma e apre una libreria-galleria in via del Babuino “l’Age d’Or”, l’età dell’oro, proprio come quella che stava vivendo. Anni magici, frenetici, in cui il dibattito artistico in Italia e nell’Europa del dopoguerra, non è più stato così intenso né produttivo. Nel 1953 si trasferisce a New York e qua entra in contattato con alcuni dei più grandi artisti di quell’epoca come Willem de Kooning, Marth Rothko, Jackson Pollok e Robert Motherwell che lo influenzeranno nel suo percorso artistico e ricerca dell’essenza del colore. Nel 1953 torna in Italia e continua la sua fitta attività espositiva compiendo soggiorni artistici nelle città europee. Nel 1961 si avvicina all’attività del Gruppo Zero di Dusseldorf. Partecipa a tre edizioni della Biennale di Venezia, ad una mostra al MoMa di New York ed espone in varie gallerie riconosciute a livello internazionale.
La ricerca delle proprietà pittoriche della forma, del colore, degli spazi e dei materiali, già anticipati in parte nel manifesto di Forma 1 nel ’47, accompagnerà tutta la carriera artistica di Dorazio: macchie di colori primari disposte su direttrici curve, bande di colore incrociate, giochi di trasparenze e strutture cromatiche che rivelano giochi di luci e superficie. Se da un lato però l’oggetto della ricerca artistica di Dorazio risulta essere il medesimo, dall’altra le declinazioni di questa indagine sono molteplici nel tempo.
Nell’opera qua presentata, Fluted II, del 1967 ed esposta alla Malborough di Roma, Dorazio muta radicalmente rispetto all’arte dei primi anni 60, anticipando di poco quella che sarà la caratteristica del decennio seguente: le bande di colore. L’artista entra in una fase che pare sintetizzare tutte le esperienze astrattive da lui fin qui affrontate. Sospesa definitivamente l’attività di insegnamento, decide di dedicarsi in pieno al suo lavoro di pittore e inizia così a dipingere tele formato orizzontale e verticale, nelle quali le bande, frantumate da zone di colore contrastanti, si muovono slittando l’una sull’altra da un angolo all’altro della tela, non in successioni regolari, ma accavallandosi in una prospettiva lontana e integrandosi a vicenda con il fondo. Anche in questa parentesi la componente cromatica è fondamentale e caratterizzata da contrasti monocromi improvvisi che interrompono l’andamento del disegno. Il colore è qua l’indiscusso protagonista.
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