PIERO SADUN
(Siena 1919 - 1974)
Senza titolo
olio su tela
cm 55x70
al retro firmato e iscritto "292"
al retro sul telaio cartiglio Galleria della Salita, Roma
La vita di Piero Sadun, nato a Siena nel 1919, è un connubio tra impegno civile e arte. Affascinato dal mondo artistico fin dall’infanzia, comincia a dedicarsi alla pittura dopo gli studi classici. La sua attività artistica pubblica si interrompe durante gli anni del fascismo a causa delle persecuzioni razziali prima, e poi fra il ’43 e il ’45 quando milita nelle file della resistenza partigiana. Per tutto il periodo bellico è costretto a firmare con lo pseudonimo T. Duna, ricavato dall’anagramma del suo vero nome.
Debutta nel 1945 in una mostra con Scialoja e Stradone alla Galleria dello Zodiaco di Roma, avvicinandosi in principio alla corrente della Scuola Romana. L’anno successivo si trasferisce nella capitale. La sua pittura passa da influenze morandiane da un lato, ed espressionistiche alla Soutine dall’altro, ad una ricerca rivolta verso un maggior controllo dell’ordine formale. Nel febbraio del ‘57 espone a New York e successivamente in tutta Italia tra Milano, Torino, Bologna, Roma fino alla Biennale del 1960 che gli dedica una sala personale. Nel 1963, espone due dipinti alla Salita di Roma che segnano un’ulteriore svolta nel suo percorso artistico.
Nell’opera qui presentata Sadun affida piena libertà alla vitalità del pennello che, ispessendo il colore, crea frammenti galleggianti in fluide aggregazioni che esprimono il modo di sentire e pensare dell’artista. Le pennellate di Sadun diventano adesso taches materiche che formano una sorta di tonalismo monocromo e che diverranno la caratteristica dei lavori a venire, sempre alla costante ricerca dell’essenza delle cose, del cuore della pittura.