Bernardino Nocchi
(Lucca, 1741 – Roma, 1812)
GIOVE E SEMELE
APOLLO CONSEGNA ESCULAPIO AL CENTAURO CHIRONE
coppia di dipinti, olio su tela, cm 29x25
JUPITER AND SEMELE
APOLLO CONSIGNING ESCULAPIO TO CENTAURO CHIRONE
oil on canvas, cm 29x25, a pair
Comunicazione scritta di Alessandro Agresti
L’autografia degli inediti dipinti qui presentati e la loro destinazione sono documentate da una tela di raccolta privata resa nota da Roberto Giovannelli in uno dei primi studi che portarono alla riscoperta del pittore lucchese (Nuovi contributi per Bernardino Nocchi, in “Labyrinthos” 7/8, 1985, pp. 119-189, specificamente pp. 123 e nota 13; p. 150; fig. 10). Nel dipinto citato sono infatti riprodotti, quasi in un trompe-l’oeil secondo una formula già sperimentata dall’artista, quattro composizioni circolari, due delle quali corrispondono appunto alle nostre, sebbene con piccole varianti.
Il motivo del loro accostamento in un’unica tela ci è fornito dalle notizie biografiche scritte probabilmente da Pietro Nocchi, figlio del pittore, in vista della biografia redatta da Tommaso Trenta: “Colorì a tempera in Roma nel palazzo del Principe Borghese Diana che discaccia Callisto, Apollodoro (sic) che consegna Esculapio a Chirone, Giove che apparisce nel suo aspetto divino a Semele ,,,, e Sileno ubriaco….” (Giovannelli, 1985, cit., p. 150).
Si tratta dunque dei modelletti per una decorazione oggi non più esistente che, sulla base di un’altra nota biografica (“all’epoca che Borghese sposò la Paolina…”) Alessandro Agresti riferisce al 1803.