Firenze, 
mar 23 Maggio 2023
Asta Live 1209
34

Bernhard Keilhau, detto Monsù Bernardo

€ 12.000 / 18.000
Stima
Aggiudicazione
Valuta un'opera simile

Bernhard Keilhau, detto Monsù Bernardo

(Helsingor, 1624 – Roma,1687)

DUE BAMBINI E SCARAMUCCIA

olio su tela, cm 72x96

 

TWO CHILDREN  AND  A MASK

oil on canvas, cm 72x96

 

Provenienza

collezione Giovanni Antonio Parravicino, Sesto San Giovanni,1721;

Casa d’Arte, Milano, 1955; Galleria Previtali, Bergamo; collezione privata.

 

Bibliografia

A.Odescalchi, Descrizione della Villa Visconti d’Aragona o De Ponti a Sesto San Giovanni. Inventario fatto dopo la morte del proprietario, Giovanni Antonio Parravicino, nel 1721-22, in Affreschi a Sesto San Giovanni. Cicli decorativi nelle ville del territorio. Sesto San Giovanni 1988.

M.V. (M. Valsecchi), Rare opere di Monsù Bernardo, in “Arte figurativa antica e moderna” III, 1955, 5, p. 34.

Collezioni private bergamasche, IV, Bergamo 1983, tav. CCCXXV.

M. Heimbürger, Bernardo Keilhau detto Monsù Bernardo, Roma 1988, p. 186, n. 68 (riprodotto a colori).

 

Da tempo noto agli studi sul pittore anche in virtù della prestigiosa provenienza documentata nel Settecento, il dipinto è stato accostato da Minna Heimbürger Ravalli a un gruppo di tele, uguali per dimensioni, dedicate come la nostra a scene di gioco interpretate da due o tre bambini raffigurati in primo piano e a figura pressoché intera.

In parte eseguite per lo stesso committente, nel cui inventario sono descritte, le opere in questione si valgono altresì degli stessi giovani modelli, riconoscibili nei tratti e nelle vesti.

Oltre a raffigurare passatempi infantili, i dipinti citati alludono probabilmente - e in forma distinta – ai cinque sensi, completandosi tra loro fino a comporre un ciclo.

Nella nostra tela, ad esempio, allude al senso dell’udito il violino presentato in primo piano con grande evidenza, oltre che con straordinaria perizia, mentre l’acqua versata rimanda al senso del gusto.

La presenza di una terza figura che veste la maschera di Scaramuccia arricchisce la scena di un altro motivo narrativo e rende, al contempo, meno evidente il significato allegorico delle altre due.

Il soggetto rimanda comunque a modelli assai comuni nella grafica nordica, facilmente accessibili al pittore danese negli anni della sua prima formazione.

Anche per questo motivo, oltre che per la scena limitata a poche figure e priva di uno sfondo articolato, la Heimbürger suggerisce per l’intero gruppo una data alla metà del sesto decennio del Seicento, quando l’artista è documentato attivo a Bergamo.