Firenze, 
mer 15 Novembre 2023
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17

Felice Brusasorci
(Verona, 1539 - Verona, 1605)

Felice Brusasorzi

€ 30.000 / 50.000
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Felice Brusasorzi

(Verona, 1542 – 1605)

LOTH E LE FIGLIE

olio su tela, cm 101x151

 

LOT AND HIS DAUGHTERS

oil on canvas, cm 101x151

 

Provenienza

Verona, collezione Sagramoso di S. Fermo

collezione privata

 

Esposizioni

Cinquant’anni di pittura veronese 1580-1630. Verona, Palazzo della Gran Guardia, 3 agosto – 4 novembre 1974, n. 34.

 

Bibliografia

B. Dal Pozzo, Le vite de gli scultori et architetti veronesi. Raccolte da vari autori…. Verona 1718. Edizione a cura di Licisco Magagnato, Verona 1967, p. 283.

G. Da Persico, Descrizione di Verona e della sua provincia, Verona 1820-21, I, p. 200.

G. Biadego, Le vite dei pittori scultori e architetti veronesi (Ms. 1831-1834). Edizione a cura di D. Zannandreis, Verona 1891, p. 146.

F. Zava Boccazzi, Profilo di Felice Brusasorzi, in “Arte Veneta” XXI, 1967, p. 138; fig. 160; p. 143, nota 55.

L. Magagnato, in Cinquant’anni di pittura veronese 1580-1630. Catalogo della mostra, Verona 1974, pp. 72-73, n. 34, fig. 58.

B. Mazza, Felice Brusasorzi, in Maestri della pittura veronese. A cura di V. Brugnoli, Verona 1974, p. 66.

R. Pallucchini, La pittura veneziana del Seicento, Milano 1981, I, p. 69; II, p. 510, fig. 175.

F. Dal Forno, La Galleria di quadri dei marchesi Sagramoso di San Fermo, in “Verona illustrata” 1993, 6, p. 33.

F. Rossi, Mill’altre meraviglie ristrette in angustissimo spazio. Un repertorio dell’arte fiamminga e olandese a Verona tra Cinque e Seicento, Venezia 2001, p. 90 e fig. 92.                                                                        

S. dell’Antonio, Felice Brusasorzi. Un percorso tra “maniera” e natura. Materiali per una ricerca monografica. Tesi di Dottorato, Università di Udine. Anno accademico 2005/2006, I, pp. 163-64, cat. 41; II, tav. 98.

 

Ricordato dalle fonti veronesi nella raccolta dei marchesi Sagramoso di San Fermo, il dipinto è stato identificato da Franca Zava Boccazzi in virtù della provenienza diretta da quella famiglia, e reso noto nell’ambito della sua ricognizione del pittore veronese, la prima da parte della moderna storiografia.

Esposto alla mostra sulla pittura veronese tra Cinque e Seicento curata da Licisco Magagnato con una proposta di datazione all’ultimo decennio del Cinquecento, il dipinto è stato inserito come opera degli anni estremi del secolo nella monografia su Felice Brusasorzi curata da Sara dell’Antonio per la tesi di dottorato e tuttora inedita.

Tutti gli studiosi concordano nell’apprezzare la raffinatissima qualità dell’opera sotto il profilo cromatico, e sottolineano il debito contratto dall’artista veronese nei confronti del paesismo fiammingo.