DALL'ANTICO AL MODERNO: OPERE DA UNA STORICA COLLEZIONE MILANESE

Milano, 
mer 8 Novembre 2023
Asta Live 1242
38

Bartolomeo Manfredi
(Ostiano, 1582 - Roma, 1622)

Bartolomeo Manfredi

€ 40.000 / 60.000
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Bartolomeo Manfredi

(Ostiano, 1582 - Roma, 1622)

SAN GEROLAMO NELLO STUDIO

olio su tela cm 129x96,5

 

SAINT JEROME IN HIS STUDY

oil on canvas, cm 129x96,5

 

Provenienza

Madrid, Galleria Coll & Cortès

collezione privata

Milano, Porro & C., asta del 14 marzo 2019, lotto 37

 

Bibliografia

G. Papi, Tre dipinti di Bartolomeo Manfredi, in “Paragone” 83, 2009, 707, pp. 43-44, 47, nota 4, fig. 41.

G. Papi, Bartolomeo Manfredi, Cremona 2013, p. 142, tav. LXXXIV; p. 189, cat. 56

 

Riconosciuto a Bartolomeo Manfredi da Gianni Papi in occasione del passaggio sul mercato artistico madrileno, il dipinto è stato nuovamente pubblicato nel catalogo generale dell’artista curato dal medesimo studioso.

In quell’occasione, Papi ne ha acutamente rilevato le differenze – di intenzione ancor prima che di stile - con altre versioni di questo soggetto che la precedono cronologicamente e che manifestano, pur in diversa misura, il forte legame di Bartolomeo Manfredi con il giovane Ribera.

Un riferimento che si traduce, nelle pur diverse raffigurazioni del santo conservate in palazzo Corsini a Firenze, in collezione Koelliker e in una raccolta privata, dalla galleria Voena, in una esibita ricerca formale che privilegia le proporzioni imponenti del protagonista, la qualità del suo incarnato e la ricchezza del panneggio scarlatto che parzialmente lo cela, esaltandolo. Una ricerca che nel nostro dipinto cede il posto al tentativo di restituire la spiritualità del Santo, fragile e quasi esangue nel buio che lo avvolge ma illuminato dalla parola divina che sta traducendo.

Un impegno che in qualche modo rimanda all’ultimo Caravaggio, incurante della “bella pittura” e teso unicamente a tradurre in immagine il senso della rivelazione del divino, della grazia che inevitabilmente si traduce in ascesi quando non in martirio.

Considerazioni che insieme al confronto con la coppia di scene neo-testamentarie agli Uffizi (Il Tributo e Cristo tra i Dottori, in cui compare lo stesso modello utilizzato per il nostro San Girolamo) suggeriscono per questo dipinto una datazione agli anni estremi del pur giovane artista, appena prima del Congedo di Cristo nel museo di Cremona che, non a caso, costituisce ad oggi la sua ultima opera conosciuta.