Giovanni Domenico Ferretti
(Firenze, 1692 – 1768)
RITRATTO DI GENTILUOMO
olio su tela, cm 210x174
PORTRAIT OF A GENTLEMAN
oil on canvas, cm 210x174
Provenienza
Castello di Gramont, collezione Eugène Labat, 1840 circa;
Montecarlo, Sotheby’s, 19 giugno 1994, n. 467;
collezione privata
Bibliografia
D. Benati, Per Antonio Corbara: tre temi romagnoli dal 500 al 700. In Atti del convegno di studi in onore ….. Antonio Corbara, Faenza 1994, p. 145, nota 4, fig. 6.
M. Chiarini, Un ritratto inedito di Gian Domenico Ferretti, in Hommage au dessin, mélanges offerts à Roseline Bacou. A cura di M.T. Caracciolo, Rimini 1996, pp. 406-409, fig. 2.
F. Baldassari, Giovanni Domenico Ferretti, Milano 2002, pp. 208-209, n. 217; p. 214, ill. 217-217 a.
Frescante instancabile nei palazzi e nelle chiese di Firenze, autore di scene in maschera e della famosa serie dedicata ad Arlecchino, Gian Domenico Ferretti si impose presso i collezionisti fiorentini anche per pochi, raffinatissimi ritratti tra cui il proprio, destinato alla raccolta granducale e tuttora agli Uffizi.
Prima che questo aspetto della sua attività fosse pienamente ricostruito, alcune opere di sua mano portavano il nome di Francesco Solimena, con cui il pittore fiorentino aveva condiviso la capacità di precisa individuazione del soggetto, e insieme una certa magniloquenza nella sua presentazione.
Anche il nostro dipinto, infatti, passò sul mercato come opera dell’artista napoletano finchè Daniele Benati e Marco Chiarini non lo restituirono indipendentemente al Ferretti.
Grande conoscitore di disegni, Chiarini appoggiò anzi la sua proposta su un disegno preparatorio conservato nel museo di Lille sotto il nome del Ferretti, così complesso ed articolato negli elementi di sfondo da far pensare a un modello di presentazione, o comunque a uno studio estremamente avanzato (B. Brejon de Lavergnée, Catalogue des dessins italiens. Collections du Palais des Beaux Arts de Lille, Paris 1997, p. 90, n. 211).
La presentazione del nostro soggetto sullo sfondo di una loggia parzialmente celata dal tendaggio e l’importanza degli arredi che lo circondano, oltre alle imponenti dimensioni della tela, lasciano supporre che si tratti di personaggio importante nell’ambiente fiorentino, per quanto finora non identificato.