Marco Ricci
(Belluno, 1676 – Venezia,1730)
CAPRICCIO CON ROVINE E CHIESA GOTICA SULLO SFONDO
CAPRICCIO DI ROVINE
coppia di dipinti, tempera su carta, cm 31x46
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CAPRICCIO WITH RUINS AND A GOTHIC CHURCH ON THE BACKGROUND
CAPRICCIO WITH RUINS
tempera on paper, cm 31x46, a pair
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Provenienza
Firenze, Galleria Salocchi
Milano, Porro & C., 14 marzo 2019, lotto 70
Collezione privata
Confermate al catalogo dell’artista da Annalisa Scarpa sulla base di fotografie in alta definizione, le opere qui presentate si inseriscono senza difficoltà nel suo corpus di tempere, su carta o su pergamena, dedicate ai “capricci” architettonici: un genere che, ancor più dei paesaggi per cui il pittore bellunese fu apprezzato, incontrò in ogni tempo il favore di collezionisti italiani e stranieri.
Composti di motivi “all’antica” quasi sempre di invenzione e accostati tra loro con libertà estrema, i capricci ricceschi fanno spazio altresì ad architetture medioevali, anch’esse di fantasia, in anticipo sul Gothic revival nella seconda metà del Settecento.
Anche sotto questo aspetto le tempere di Marco Ricci si differenziano dai capricci di rovine dipinti a Roma da Gian Paolo Panini e dai “rovinisti” francesi, assai più rigorosi nel delineare le architetture e pervasi di passione antiquaria nel descrivere sculture e monumenti famosi che ricreassero l’antichità classica ad uso dei viaggiatori in Grand Tour.
Una preoccupazione da cui Marco Ricci appare invece esente, tanto da affrontare i temi dell’Antico con svagata e divertita immaginazione.