COPPA, CASTELDURANTE O URBINO E DUCATO, 1540 CIRCA
In maiolica dipinta in policromia con arancio, giallo, verde, blu, bruno di manganese nella tonalità nera, marrone e bianco di stagno; diam. cm 22, diam. piede cm 10,5, alt. cm 6
A BOWL, CASTELDURANTE OR URBINO AND DUCHY, CIRCA 1540
Bibliografia di confronto
G. Conti, Museo Nazionale del Bargello, Firenze 1971, n. 466;
J. Giacomotti, Catalogue des majoliques des Musées Nationaux, Parigi 1974, p. 246, n. 805;
B. Rackham, Victoria and Albert Museum. Catalogue of Italian Maiolica, Londra 1977, p. 186, n. 554.
La coppa presenta corpo concavo con tesa alta terminante in un orlo sottile arrotondato e poggia su un piede basso. Sul fronte un bel ritratto femminile, alle spalle del quale si snoda un cartiglio che reca la scritta LUCIA. BE[LLA], a indicare il nome della protagonista. La giovane è dipinta con il volto verso lo spettatore, il busto coperto da un peplo all’antica drappeggiato e fermato sulle spalle da due fermagli rotondi di color verde. Lo sguardo è rivolto a sinistra, la bocca chiusa e atteggiata a un sorriso un poco trattenuto, e attraverso la folta capigliatura di colore fulvo, raccolta in una morbida acconciatura sul capo, si scorge un orecchio.
Questa coppa, che appartiene alla tipologia delle “belle”, utilizzate per celebrare le future spose da parte del promesso oppure come dono di fidanzamento, trova numerosi confronti in collezioni private e pubbliche, fra i quali indichiamo quella con figura femminile del Victoria and Albert Museum (Inv. n. 8930-1863), il bel ritratto di “Girolama” in una coppa conservata al Museo del Louvre (Inv. n. OA 1598), anche se forse più leggero nel tratto, soprattutto nel modo di trattare la capigliatura, rispetto alla coppa in esame, e anche la coppa con ritratto di “Bartolomea” del Metropolitan Museum of Art di New York (Inv. n. 1975.1.1103), databile attorno agli anni 1525-1530, che condivide con il nostro esemplare la resa dello sguardo e alcune particolarità tecniche. Particolarmente vicino per il modo di trattare l’incarnato con tecnica di velature di bianco su bianco, bistro e tocchi di arancio, per la resa degli occhi con l’interno sottolineato da una zona rosata e le ombreggiature sottilissime in bianco, ma anche per i capelli raccolti sulla nuca e altro ancora, è il frammento di coppa conservato al Bargello a Firenze e datato 1546 (3). E non lontano dal nostro ritratto è anche quello di “Dianora bella” del Museo di Lione, simile per la medesima impostazione del ritratto che interessa l’intera coppa, per la sapiente capacità tecnica nella resa dell’incarnato, per il modo di sottolineare il naso solo nella parte terminale lasciando al gioco cromatico il compito di delinearne la forma e infine per il medesimo modo di far cadere alcuni ciuffi arricciati delineati con un sol tocco di pennello.
La coppa è stata esposta alla Mostra culturale “Belle, bellissime su maiolica” che si tenne a Verona parallelamente alla V Biennale antiquaria Tesori dal tempo nella primavera del 2001 (CeramicAntica, XI, n. 4, 2001, p. 6).