IMPORTANTI MAIOLICHE DAL RINASCIMENTO AL SETTECENTO

Firenze, 
gio 26 Ottobre 2023
Asta Live 1252
47

CRESPINA, CASTELDURANTE, BOTTEGA DI LUDOVICO E ANGELO PICCHI, 1550-1560 CIRCA

€ 2.000 / 3.000
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CRESPINA, CASTELDURANTE, BOTTEGA DI LUDOVICO E ANGELO PICCHI, 1550-1560 CIRCA

in maiolica dipinta in policromia. Sul retro iscrizione in blu Pirramo/ et tissiba; diam. cm 27, alt. cm 5,8

 

A MOULDED BOWL (CRESPINA), CASTELDURANTE, WORKSHOP OF LUDOVICO E ANGELO PICCHI, CIRCA 1550-1560

 

Bibliografia di confronto

C. D. Fuchs, Maioliche istoriate rinascimentali del Museo Statale d’Arte Medioevale e Moderna di Arezzo, Arezzo 1993, p. 233-235, nn. 217-224.

 

La crespina in maiolica è formata a stampo con umbone centrale rilevato e orlo mosso, piede alto con orlo appena estroflesso. La decorazione a policromia, dipinta su uno smalto ricco, interessa l’intera superficie del fronte e vede raffigurato il mito ovidiano (Metamorfosi IV, vv. 55-166) di Piramo e Tisbe, come descritto anche dalla legenda al verso. La sagoma mossa della crespina è sottolineata sul retro da linee curve in blu.

Tisbe è qui raffigurata al centro del piatto, tra una grotta e una fontana architettonica, con le braccia aperte e il manto gonfiato dal vento, proprio nel momento in cui scopre il cadavere di Piramo, suicida per amore, e ai suoi piedi un piccolo leone, origine del dramma, mentre poco distante sulla sinistra si scorge Eros che si allontana. La favola, spesso rappresentata in maiolica, fu una delle preferite dalla bottega alla quale la nostra crespina è stilisticamente riferibile, e cioè quella di Ludovico e Angelo Picchi a Castel Durante. Tale attribuzione è chiaramente confermata ad esempio dalle diverse opere dei Picchi conservate al Museo d’arte medievale di Arezzo.