PIATTO, FAENZA, 1530 CIRCA
in maiolica dipinta in policromia su fondo “berettino” azzurro, diam. cm 24,8, alt. cm 4,6
A PLATE, FAENZA, CIRCA 1530
Bibliografia di confronto
C. Ravanelli Guidotti, Thesaurus di opere della tradizione di Faenza. Faenza 1998, p.302, n. 69.
Il piatto presenta cavetto fondo, piede ad anello non rilevato e un’ampia tesa a bordo arrotondato profilato di blu. Sulla tesa si estende una decorazione a grottesche e delfini, mentre la balza è decorata con un sottile motivo fitoforme in bianco di stagno su fondo berettino, e al centro del cavetto in policromia uno stemma nobiliare non riconosciuto. Al verso si sviluppa un motivo decorativo a linee concentriche larghe e acquarellate su fondo berettino accompagnate da motivi a fiamma e a fioroni molto stilizzati, mentre il centro mostra una grossa spirale.
Il piatto mostra la classica decorazione faentina “a grottesche” che ha caratterizzato la produzione della città romagnola in un periodo compreso tra il 1502 e il 1532 circa, attraverso una fortunata serie di opere spesso associate proprio per l’emblema a alcune delle maggiori famiglie nobiliari del Rinascimento. Il decoro a raffaellesche, che qui vede alternarsi ai delfini dei piccoli boccioli, ha numerosi esemplari di confronto in collezioni private e museali, a conferma del successo che nel corso del Cinquecento ebbe questa scelta decorativa, fondamentale nella storia del gusto. Un confronto vicino, anche se con scelta differente nella disposizione delle grottesche, ci deriva dal piatto proveniente da un contesto urbano faentino (MIC, inv. n. 1137) con stemma della famiglia Amici, molto prossimo al nostro esemplare per qualità materica e stile formale e pittorico.