IMPORTANTI MAIOLICHE DAL RINASCIMENTO AL SETTECENTO

Firenze, 
gio 26 Ottobre 2023
Asta Live 1252
39

Orazio Fontana
(1510 - 1590)

VASO BIANSATO, URBINO, BOTTEGA FONTANA, 1580 CIRCA

€ 12.000 / 18.000
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VASO BIANSATO, URBINO, BOTTEGA FONTANA, 1580 CIRCA

in maiolica dipinta in policromia; alt. cm 57, diam. bocca cm 7,2, diam. piede cm 16,4

 

A TWO-HANDLED VASE, URBINO, WORKSHOP OF FONTANA, CIRCA 1580

 

Bibliografia di confronto

F. Negroni, Una famiglia di ceramisti urbinati: i Patanazzi, in “Faenza” LXXXIV, 1998, pp. 104-115;

T. Wilson in R. Ausenda (a cura di), Musei e Gallerie di Milano. Museo d'Arti Applicate. Le ceramiche. I, Milano 2000, pp. 228-229;

F. Trevisani (a cura di), Le ceramiche dei Duchi d'Este. Dalla Guardaroba al Collezionismo, cat. della mostra, Milano 2000, pp. 136-137.

 

Il vaso ha forma ad anfora con larga imboccatura dal bordo estroflesso, collo sottile che scende in un corpo ovaliforme poggiante su alto piede arricchito da anello a rilievo, e due anse serpentiformi poggianti in basso su mascheroni dipinti di giallo arancio e lumeggiati in rosso ferro. Il decoro si sviluppa sull’intera superficie senza soluzione di continuità con un ornato a raffaellesche alternate ad animali e figure allegoriche. Al centro della composizione, su entrambe le facce due riserve polilobate ospitano le raffigurazioni allegoriche della Giustizia e della Prudenza, qui curiosamente raffigurata con una testa nella mano sinistra a sostituire il serpente; elementi architettonici centrati da cammei completano il decoro.

Le caratteristiche stilistiche e morfologiche del vaso portano ad attribuirlo alla bottega urbinate dei Patanazzi, così come confermato dai confronti con esemplari affini quali il vaso oggi al museo del Castello Sforzesco di Milano, già appartenuto alle credenze nuziali di Alfonso d’Este. Nel nostro esemplare manca l’impresa nuziale, ma il confronto tipologico-stilistico conferma la produzione della bottega urbinate, che mutua da quella dei Fontana con Antonio Patanazzi le modalità pittoriche delle grottesche. La forma è dunque da associare a quella dei “vasoni” forniti per la credenza sopracitata, fornita agli Este da Francesco Patanazzi nel 1599.