IMPORTANTI MAIOLICHE DAL RINASCIMENTO AL SETTECENTO

Firenze, 
gio 26 Ottobre 2023
Asta Live 1252
87

ZUPPIERINA O TAZZA DA BRODO CON PIATTINO, MANIFATTURA DI ANTONIO FERRETTI, LODI, 1760-1780

€ 2.000 / 3.000
Stima
Aggiudicazione
Valuta un'opera simile

ZUPPIERINA O TAZZA DA BRODO CON PIATTINO, MANIFATTURA DI ANTONIO FERRETTI, LODI, 1760-1780

in maiolica dipinta a policromia a piccolo fuoco e oro; tazza diam. cm 15, piatto diam. cm 23,8

 

A SMALL SOUP TUREEN OR ECUELLE WITH A SMALL PLATE AND A LID, MANUFACTORY ANTONIO FERRETTI, LODI, 1760-1780

 

Bibliografia di confronto

R. Ausenda, Maioliche settecentesche. Milano e altre fabbriche, Museo Gianetti, Saronno 1996, p. 252 nn. 181-182;

F. Ferrari, La Ceramica di Lodi, Azzano di San Paolo 2003, pp. 320-323, nn. 285-288.

 

La tazza ha forma leggermente mossa con coperchio alto a calotta centrato da un pomolo a bottone circondato da un motivo a baccellature sinuose; le anse, appena discoste dal corpo, sono a staffa. Il piatto è tondo con orlo mosso, balza poco rilevata e tesa obliqua, ed è privo di anello di appoggio. Il decoro mostra un complesso ornato a piccolissimi fiori con rocaille centrate da mazzolini di roselline e tulipani, dove predominano i colori della tavolozza a piccolo fuoco, ed in particolare il rosa e il porpora. Tale decoro interessa tutti e tre i pezzi che compongono la tazza, mentre colori pastello più chiari ornano e illuminano la zona rilevata intorno al pomello del coperchio. Al verso del piatto una pennellata blu. Il gusto formale di questa tazza è ormai già neoclassico, anche se inserito in una forma di gusto barocco. Elementi stilistici e morfologici trovano riscontro in una tazza conservata al Museo Gianetti di Saronno, anche se più semplice per ornato e forma. La morfologia è stata diversamente interpretata in una tazza con figura di cinese della mostra del Poldi Pezzoli (n. 154), correttamente ascritta a una manifattura non identificata, ma vicina alle modalità lodigiane. Altri esempi, sempre con ornato affine ma più semplificato, sono stati pubblicati da Felice Ferrari nella monografia su Lodi, tra i quali la n. 288 è per forma prossima alla nostra.