DIPINTI ANTICHI E OPERE DI ECCEZIONALE INTERESSE STORICO ARTISTICO

Firenze, 
mer 15 Maggio 2024
Asta Live 1284
18

Giovan Francesco Romanelli
(Viterbo, 1610 - Roma, 1662)

Giovan Francesco Romanelli

€ 10.000 / 15.000
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Giovan Francesco Romanelli

(Viterbo, 1610 ca. – Roma, 1662)

MADDALENA NEL DESERTO

olio su tela, cm 71,5x58,5

 

MARY MAGDALENE IN THE DESERT

oil on canvas, cm 71,5x58,5

 

Provenienza

Commissionato dal Cardinale Francesco Barberini, 1651;

Don Rodrigo Díaz de Vivar de Sandoval y Mendoza, VII duca dell’Infantado;

Londra, Sotheby’s, 31 ottobre 1979, n. 159;

Collezione privata

 

Bibliografia

M. Fagiolo dell’Arco, Pietro da Cortona e i “cortoneschi”. Bilancio di un centenario e qualche novità, Roma 1998, p. 163, 169 nota 25, fig. 43.

F. Gatta, L’impiego delle opere d’arte nella diplomazia e nella politica dei Barberini; il Cardinal Francesco, il VII Duca dell’Infantado e qualche ipotesi attorno a due Maddalene nel deserto di Giovan Francesco Romanelli, di prossima pubblicazione.

 

Reso noto da Maurizio Fagiolo in un saggio ricco di materiale inedito dedicato agli allievi e ai più stretti seguaci di Pietro da Cortona, il bel dipinto qui offerto – palesemente destinato al collezionismo privato – è stato posto in relazione da Francesco Gatta con una tela uguale per soggetto e dimensioni citata, pur senza indicazione di autore, nell’inventario redatto in morte del VII Duca dell’Infantado (1614-1657), ambasciatore del Re di Spagna a Roma nel 1650-51.

Come risulta dai documenti pubblicati nel 1975 da Marilyn Aronberg Lavin, nel novembre del 1651 il cardinale Francesco Barberini pagò 25 scudi per una Maddalena di Giovan Francesco Romanelli come dono per il Duca a conclusione del suo incarico.

È quindi possibile documentare più esattamente l’esecuzione del nostro dipinto che Maurizio Fagiolo collocava in un ambito cronologico leggermente più ampio, al tempo del ritorno a Roma di Giovan Francesco Romanelli dopo il primo soggiorno a Parigi (giugno 1646-settembre 1647) e prima che nel 1655 l’artista viterbese facesse ritorno per due anni alla corte francese.

Anche Fagiolo, peraltro, aveva ricordato la Maddalena di commissione barberiniana del 1651, senza tuttavia poterla identificare con certezza con il dipinto qui in oggetto in assenza dell’inventario che ne specifica le dimensioni. La ricorrenza del soggetto nella produzione del Romanelli è comunque confermata dalla notizia di una Maddalena “in tela da testa” donata dall’artista alla nipote Lucrezia nel 1654.

 

Ringraziamo Francesco Gatta per averci mostrato il suo studio in corso di stampa e confermato l’identificazione.