DIPINTI ANTICHI E OPERE DI ECCEZIONALE INTERESSE STORICO ARTISTICO

Firenze, 
mer 15 Maggio 2024
Asta Live 1284
48

Maestro Madonna Lazzaroni

Maestro della Madonna Lazzaroni

€ 15.000 / 25.000
Stima
Aggiudicazione
Valuta un'opera simile

Maestro della Madonna Lazzaroni

(attivo in Toscana nella prima metà del sec. XV)

MADONNA COL BAMBINO, SANTI E ANGELI

tempera e oro su tavola cuspidata, cm 69,5x30

 

MADONNA AND CHILD WITH SAINTS AND ANGELS

tempera and gold on peaked panel, cm 69,5x30

 

L’opera è ricollegabile a un anonimo maestro fiorentino, chiamato inizialmente da Richard Offner “Maestro delle due Madonne”, per poi essere ribattezzato da lui stesso “Maestro della Madonna Lazzaroni”, in rimando a una Madonna dell’Umiltà che all’epoca era in possesso del Barone Michele Lazzaroni.

L’artista sembra essere partito da modelli orcagneschi e in seguito essersi avvicinato a maestri come Andrea Bonaiuti e Cenni di Francesco di ser Cenni.

Fu per primo Miklós Boskovits che, intorno al 1973, creò un corpus di opere realizzate dal Maestro della Madonna Lazzaroni, sottraendole ad altri artisti a cui erano state in precedenza assegnate.

Il gruppo di opere che si andava a delineare si caratterizzava per alcuni aspetti: fisionomie diversificate tra uomini e donne (i primi dalle proporzioni più squadrate; mentre le seconde dai lineamenti più arrotondati), corporature tondeggianti e accarezzate dalla luce e utilizzo delle filettature di biacca sui cappelli e le barbe.

Inoltre, tutti i dipinti che Boskovits riteneva fossero stati eseguiti dall’anonimo maestro, si accomunavano per il massiccio utilizzo che era stato fatto del decoro a rombi sgraffito su vesti e drappi d’onore, motivo condiviso da altri protagonisti della scena fiorentina, ma che con lui ritorna prepotentemente; nel nostro caso lo si può osservare nella sottoveste della Madonna e nelle vesti del Bambino, dei due angeli inginocchiati e delle due Sante poste in primo piano.

 

La tavola fu probabilmente concepita per celebrare le nozze tra due famiglie aristocratiche. Dei due stemmi, posti nella predella, è oggi riconoscibile solo quello di sinistra, appartenente alla famiglia pisana dei Lunati.